Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Sempre in forma! (?!)

“Sempre in forma!” è stata una delle raccomandazioni prima della partenza, una di quelle che non ho compreso. Forse è più espressione di un fresco apprezzamento della mia fisicità, o forse un invidioso invito a non metter su pancia, o forse ancora un genuino incoraggiamento a non buttarsi giù. O forse... beh, Mauro, cosa intendevi di preciso??

Comunque, a proposito di muscoli (anche se so benissimo che l’immagine “muscoli” non è la prima che vi viene in mente quando leggete della mia fisicità) la corsa mattutina mi dà davvero un bello slancio per iniziare la giornata. Nel pomeriggio e verso sera è difficile trovare il tempo e le condizioni. Giusto nel tardo pomeriggio di ieri, due studenti del Charles Lwanga sono venuti a chiamarmi per chiedermi se volevo fare una partita a calcio con loro. Ho risposto entusiasta che ne avevo proprio voglia. In effetti correre mi aiuta a dare ossigeno ai pensieri, ma non c’è nulla di meglio di una bella partita di calcio per sfogare le tensioni e lo stress. In due minuti mi sono preparato e ci siamo avviati tutti e tre verso il campo da calcio. Ero proprio contento, non solo per la voglia di giocare e di divertirmi, ma soprattutto perchè il loro invito spontaneo mi faceva sentire un pò più a casa.
Percorsa la strada interna del collegio che scende verso il cancello, girato l’angolo, ci trovammo ad un angolo del campo da gioco. La partita era già iniziata e mi trovai davanti ventidue ragazzi di colore... tra i diciotto e i ventidue anni... a occhio e croce il più basso mi superava almeno dieci centimetri in altezza... bicipiti color ebano enormi che si contraevano e si stendevano velocissimi e poderosi, per scatti veloci e possenti... con una potenza di tiro vigorosa...

Le mie povere e acromatiche gambe si sarebbero volentieri nascoste anzichè confontarsi e dimostrare sul terreno la loro già evidente inferiorità... ma per fortuna il gioco del calcio è anche concentrazione, tecnica e freddezza. Proprio per questo mi sono concentrato un attimo, poi con la tecnica di un campione e la dovuta freddezza mi sono congedato spiegando che improvvisamente mi era tornato alla mente una cosa urgentissima che avrei dovuto assolutamente sbrigare nell’immediato a casa, una questione di vita e di morte. Porsi le mie scuse e me ne andai promettendo di ritornare. Sì... magari quando giocano i bambini.