Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

...

Sera di marzo. Il 17 per essere preciso, giornata dedicata a San Patrizio, e qualcuno ne starà approfittando per vendere più pinte di Guinness del solito.
Qui, in camera, sono al termine dell’ennesima giornata senza pioggia, con il suo tardare sembra voglia misurare la speranza di questa gente.
Ma è proprio in questi momenti di silenzio e di stanchezza che si fa più forte il credo nel Signore. In quel Signore vagabondo lungo le strade della Galilea.
In quel Signore coi sandali ai piedi, come i nostri ragazzi.
In quel Signore lontano da casa, da qualcuno accolto, da molti temuto, e da altri giustiziato.

Questa sera non me la sento di chiedergli la pioggia, perché Lui sa meglio di noi ciò di cui questo popolo ha bisogno.
Come questa terra ha sete di pioggia e si apre in lunghe crepe, si abbandona al vento che ne alza la polvere in lunghe colonne di aria calda come una preghiera al cielo ancora avaro di acqua.
Così questa gente ha sete di giustizia, quella equa, quella cristiana. Ma purtroppo nulla può contro un muro di corruzione all’interno del paese, una rete di paura sociale in cui si è intrappolata, e un muro ancora più alto che la tiene lontana dal benessere occidentale.

Ridendo e scherzando con i ragazzi, mi chiedo come si sentirebbero se vedessero, al di là di una parete di vetro, la vita di un ragazzo della loro età in Italia. Immagino che , dopo una ventina di minuti immobili con occhi e bocca spalancati, inizierebbero a incazzarsi e a domandarsi il perché “Lui si ed io no”.

E i ragazzi, questi che vengono dalla strada, sono davvero sgamati e sarebbe difficile intortarli con la balla che il nostro benessere è frutto di un diverso processo storico e promettendo che anche loro in Africa potranno raggiungere il nostro benessere sociale.
BALLE!!

Dati alla mano (tutti possono collegarsi e accedere ai siti ufficiali, anziché bruciare il proprio tempo con il grande fratello di facebook…) sappiamo che i nostri fratelli africani, sudamericani, indiani che vivono nella povertà estrema non potranno rispondere ai propri bisogni di cibo e acqua se prima un occidentale non si priverà delle propri comodità.

Allora, questa sera, la mia preghiera al Signore e' perché ogni povero possa sfamarsi di giustizia smettendo di continuare a vivere nell’illusione che un giorno, su questa Terra, lui potrà vivere come un fratello occidentale.

Pillole di Africa (*)

(*) Inizio oggi questa nuova serie di pillole. Sono brevissimi racconti dei piccoli accadimenti quotidiani o occasionali, veloci scambi di opinioni, botta e risposta spiazzanti che ogni volta mi hanno sbattuto in faccia la realtà keniota (e forse anche africana).
Ad ognuno costruire il proprio pensiero.

P001) L’insegnate di kiswahili: “Sai, non è bene usare il padre missionario negli esempi di grammatica. È ad un livello superiore al nostro. Metti che un giorno vuole controllare il tuo quaderno e vede che l’hai usato in alcune frasi. Beh, cosa potrebbe pensare?”

P002) Uno dei nostri educatori, ritenuto il più valido nell’organizzare e nel seguire le attività di agricoltura e di allevamento, osservando da lontano e con sguardo pensoso la pecora che aveva appena partorito, mi confida: “Sai Jan, se avessi dovuto scegliere tra tutte le nostre pecore, avrei detto che proprio quella non era in cinta”.

P003) Il nostro educatore mi conferma che non è bello usare persone di un livello superiore nelle frasi esempi di grammatica.

P004) La puntualità non esiste. Solamente Dominic l’elettricista rispetta l’orario. Peccato che sia sempre un giorno in ritardo