Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Pillole di Africa (*)

(*) Inizio oggi questa nuova serie di pillole. Sono brevissimi racconti dei piccoli accadimenti quotidiani o occasionali, veloci scambi di opinioni, botta e risposta spiazzanti che ogni volta mi hanno sbattuto in faccia la realtà keniota (e forse anche africana).
Ad ognuno costruire il proprio pensiero.

P001) L’insegnate di kiswahili: “Sai, non è bene usare il padre missionario negli esempi di grammatica. È ad un livello superiore al nostro. Metti che un giorno vuole controllare il tuo quaderno e vede che l’hai usato in alcune frasi. Beh, cosa potrebbe pensare?”

P002) Uno dei nostri educatori, ritenuto il più valido nell’organizzare e nel seguire le attività di agricoltura e di allevamento, osservando da lontano e con sguardo pensoso la pecora che aveva appena partorito, mi confida: “Sai Jan, se avessi dovuto scegliere tra tutte le nostre pecore, avrei detto che proprio quella non era in cinta”.

P003) Il nostro educatore mi conferma che non è bello usare persone di un livello superiore nelle frasi esempi di grammatica.

P004) La puntualità non esiste. Solamente Dominic l’elettricista rispetta l’orario. Peccato che sia sempre un giorno in ritardo