Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Ultimo dell'anno a Soroti?

Per la serie non tutto fila come vorremmo.
Per la serie ogni macchina ha la sua.
Per la serie non c'e' due senza tre.
Per la serie... (quando mi viene in mente ve la scrivo), eccomi bloccato a Sotori per un guasto al pick-up: la solita perdita al radiatore che mi perseguita da quando sono in Uganda. Fortuna e provvidenza vogliono che mi si sia guastato ad una ventina di chilometri da qui e che tra la classica folla locale che si attornia alla novita' del giorno, in questo caso il bianco con l'auto in panne, un ragazzo mi abbia portato dell'acqua per raffreddare prima e riempire dopo il radiatore.
Accensione, controllo e ripartenza, tragitto in quinta a 40 km/h.
Poi tutto liscio: il garage era chiuso, ma ha riaperto nel pomeriggio. Cosi' ora sono in un tranquillo Internet Cafe' a leggermi la posta aspettando l'esito della riparazione.
Con la speranza di non passare da solo e qui a Soroti l'ultimo dell'anno, rimango ancora un po', cercando di capire perche' hanno dato nome "Internet Cafe" ad una stanza con quattro postazioni di connessione e niente altro. Niente banco bar, niente soda, niente caffe.

Buon ultimo dell'anno.

Un Natale diverso? Forse non troppo.

Dire che quello appena trascorso sia stato un Natale speciale è scontato. Primo perchè ogni Natale lo è, secondo perch è per me è stato il primo lontano da casa. Il primo quindi senza l’incontro con i parenti, la tradizionale preparazione del presepio, la veglia nella piccola comunita’ di Barzana, le giornate da passare in famiglia per la semplice gioia di stare insieme.

Ma si sa che per ogni nostra rinuncia, il Signore ci ricompensa con qualcosa di grandioso. E per me è stato così. Ho trascorso poche ma emozionalmente intense giornate in un nuovo contesto, diverso da quello del Karamoja o da quello di Kampala.
Invitato da Erika, siamo stati ospiti a Nakuru (Kenia), nella parrocchia dove Padre Luciano svolge e vive la pastorale missionaria.

La nostalgia di casa certo si è fatta sentire, ma l’accoglienza di Padre Luciano, la gioia nell’incontro con i bambini e soprattutto la condivisione nella preghiera, mi hanno fatto respirare la stessa atmosfera del Natale in casa.
Mi sono sentito lontano dalla mia famiglia, ma accolto in un altra.
Ed è stato per me un regalo meraviglioso.



Non voglio descrivervi qui nei minimi particolari il progetto, vi voglio semplicemente dire una sola cosa, quella che mi ha colpito maggiormanete: l'aiuto che si da' ai ragazzi di strada si basa su quattro valori fondamentali: lavoro, studio, preghiera, gioco. Quattro momenti in ogni giornata con cui i ragazzi si confrontano crescendo insieme in un equilibrio e in un’atmosfera quasi familiare.
Sono ex bambini di strada, consumati dalla vita e dalle regole della citta’ (prima tra tutti la sopravvivenza individuale), certi loro sguardi hanno un fondo di diffidenza e i traumi subiti possono affiorare in ogni momento... ma sono bambini.
Bambini che come gli altri hanno bisogno solo di affetto.
Bambini che come gli altri ci insegnano a vivere spingendoci a cambiare il nostro stile di vita (perche' se uno dei risultati del modello sociale odierno e' il fenomeno dei bambini di strada, allora davvero bisogna cambiare).
Bambini che il Signore ama, per i quali e’ morto in croce.
Bambini che il Signore ci invita semplicemente ad amare.

Preghiera di Natale

Vivere le giornate con e per gli ultimi.
Lavorare, viaggiare, incontrare gli altri e stare insieme a loro
avendo come inizio e fine unici il Vangelo.
Ogni atto può allora diventare preghiera, dono e ringraziamento,
può essere incontro con Dio.
È così che voglio vivere il Natale:
andando incontro con umiltà al Signore nato,
portando in dono le mie giornate, le mie scelte, i miei peccati e il mio pentimento.
Ho solo questo da offrire.
Ho solo Lui a cui donarli.

Gianpietro

Diario di dicembre (up to now)

- birra nel pomeriggio e… sangue per cena
- a Moroto da C&D
- shopping a Namalu
- breve riflessione sullo sviluppo
- Ebola in Uganda



06 dicembre 2007
Birra nel pomeriggio e… sangue per cena

Siamo a metà settimana (“Che scoperta” direte voi “Lo sappiamo tutti che giorno è oggi”), e siamo anche a metà del corso CEI (e questo non lo sapevate eheh): corso organizzato dallo SVI per passare conoscenze base in ambito agricolo e zootecnico agli agricoltori di Iriir.
Non ci sono stati grandi problemi, e possiamo dire che fino ad ora l’impegno organizzativo ha dato i suoi frutti. Vedremo a fine corso di tirare le cosiddette somme e capire dove possiamo migliorare e quali cambiamenti apportare per i prossimi corsi.
Nel pomeriggio mi sono fatto una sana passeggiata con Father Clement. Siamo passati da Mama Kodet per una birra ma anziché stare nel “bar”, siamo entrati nel suo compound per incontrare e chiedere come stanno le varie figlie, cognate, nipoti… È stato piacevole chiacchierare con lui un po’ in italiano (Father Clement ha studiato teologia a Roma), un po’ in inglese e un po’ in karimojong.
Abbiamo deciso di organizzare insieme la “scalata” al monte Akisim. Sono solo un paio di ore, ce la possiamo fare magari in una mattinata durante le ferie natalizie. Vedremo.
Rientrando dal centro, mi sono fermato con i farmers del corso che stavano finendo la lavorazione di tronchi d’albero per fare gioghi. Un ottimo lavoro. Chiacchierando si è fatta ora di cena e mi sono fermato da loro. Il menù della serata proponeva l’immancabile riso, ma con la variante di interiora e sangue di capra. L’odore non era dei più invitanti, ma la fame e l’oscurità della sera mi hanno aiutato e mi sono fatto un bel piatto abbondante. Peccato che ora l’odore del sangue cotto mi è rimasto sulle dita e non accenna ad andarsene. Ma guardiamo in lato positivo della cosa: può essere un buon metodo per smettere di mangiarsi le unghie o di infilarsi le dita nel naso.

07 dicembre 2007
Scusate, ma questa devo proprio scriverla: l’emittente locale Radio Karamoja sta trasmettendo una canzone dei Ricchi e Poveri! Vi lascio immaginare quali emozioni…

11 dicembre 2007
A Moroto da C&D

Viste le numerose facilitation che abbiamo qua a Iriir, oggi ci è toccato andare a Moroto per chiedere a quelli di Cooperazione e Sviluppo se potevamo utilizzare il loro computer e soprattutto la loro connessione via satellite, per inviare alla segreteria SVI la nostra relazione semestrale.
Viaggio normale: un ora e mezza di pista senza grossi problemi o intoppi.
Arrivati a Moroto, soddisfiamo il serbatoio della jeep con un bel pieno di diesel (a 2400 Ush al litro!!… prima o poi ci indebiteremo per avere carburante). Per raggiungere l’ufficio di C&D dobbiamo entrare nel loro compound attraversando bel tre cancelli con altrettanti guardiani. La differenza tra il loro compound ed il nostro è abissale.
C&D è una ONG di Piacenza da anni presente in Uganda. Oltre a fare perforazioni per pozzi d’acqua in tutto il Karamoja, gestisce nel suo distaccamento di Moroto un bellissimo centro giovanile con tanto di campi sportivi, sale gioco, sale di incontro. In più porta avanti anche piccoli progetti di income activities e di agricoltura. Fantastico!
Oltre a offrirci servizio internet, ci hanno anche invitato a pranzo. Fa sempre piacere condividere la tavola con altri italiani che vivono e lavorano qui in Karamoja. Fa ancora più piacere quando chi ti invita ti mette in tavola spaghetti al pomodoro e parmigiano, pesce fritto, banane fritte, ananas e caffè.
Verso sera il nostro meccanico di fiducia di Kampala ci chiama dicendoci che per la riparazione del Toyota Land Cruiser HardTop arriverà giovedì pomeriggio in bus. Quindi domani possiamo andare a Namalu per incontrare Pigi e per vedere quali attrezzature agricole il centro di addestramento può venderci.

12 dicembre 2007
Shopping a Namalu

Partenza alle 3.30 e rientro alle 21.00. No comment.
Oggi forse abbiamo perso un pò di pazienza, un pò del piacere di guidare tipico italiano, un pò di fiducia nella comodità delle jeep giapponesi.
Però dal trasloco di Pigi per fine servizio, abbiamo guadagnato tre materassi usati pochissimo, piatti, bicchieri e scodelle che daranno al nostro servizio un tocco di eleganza e raffinatezza. Infine ci siamo presi anche la tanto bramata… caffettiera da sei!
Per me mi sono già scelto il materasso da una piazza e mezza. In stanza dovrebbe starci, dovrò spostare un po’ di cose per farcelo stare, ma sarò decisamente più comodo per leggere e scrivere a letto. Potrò anche non rifare il letto tutte le mattine ma una mattina si e una no: è sufficiente dormire un notte nella metà destra e la notte seguente in quella sinistra… scherzo! Rifaccio il letto ogni mattina, con tanto di attenzione nella piega degli angoli delle lenzuola.

14 dicembre 2007
Breve riflessione sullo sviluppo

Mattinata trascorsa rilassandomi nella potatura delle piante nel compound. Pomeriggio molto più intenso nel seguire il meccanico nella riparazione della moto.
Perché seguire il meccanico mentre svolge il proprio lavoro?” mi sono chiesto “Conviene forse fare qualcosa d’altro”. La risposta mi è arrivata come un lampo verso le quattro del pomeriggio.
Nella sostituzione della bobina guasta della moto non era più possibile utilizzare la pipetta che la collegava alla candela. Così la prima parte della brillantissima soluzione da parte del nostro meccanico di fiducia è stata quella di sfilacciare il cavetto di avvolgere la parte terminale della candela con i fili. La seconda parte (ancora più brillante della prima e se vogliamo anche più ingegnosa) era quella di svitare un bullone dal motore del Toyota e utilizzarlo per fissare i fili alla candela.
Perfetto, pensai tra me e me, ripariamo un mezzo per smontarne un altro!
È così che funziona qui in Africa, si spingono le persone a riparare qualcosa e queste te ne danneggiano altre? Riflettendo su un altro livello, si aiutano persone e comunità a svilupparsi in un dato settore, e queste forse anche involontariamente regrediscono o si danneggiano in un altro settore?
L’episodio e le domande mi fanno riflettere che bisogna allora concentrare il proprio lavoro e il proprio impegno verso un determinato settore, senza però perdersi in esso, avendo sempre chiara e aggiornata la visione globale della realtà di intervento. Altrimenti si rischierebbe di riparare la motocicletta ma di guastare l’auto!

16 dicembre 2007
Ebola in Uganda

La notizia è ormai giunta anche in Italia: ad ovest del paese è stato registrato un focolaio di Ebola.
Dal 27 novembre c.a. ad ora i decessi per Ebola sono trentacinque.
Centodiciannove i casi di infezione registrati.
Il focolaio è stato isolato nel distretto di Bundibugyo, regione ugandese al confine con il Congo.