Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Un Natale diverso? Forse non troppo.

Dire che quello appena trascorso sia stato un Natale speciale è scontato. Primo perchè ogni Natale lo è, secondo perch è per me è stato il primo lontano da casa. Il primo quindi senza l’incontro con i parenti, la tradizionale preparazione del presepio, la veglia nella piccola comunita’ di Barzana, le giornate da passare in famiglia per la semplice gioia di stare insieme.

Ma si sa che per ogni nostra rinuncia, il Signore ci ricompensa con qualcosa di grandioso. E per me è stato così. Ho trascorso poche ma emozionalmente intense giornate in un nuovo contesto, diverso da quello del Karamoja o da quello di Kampala.
Invitato da Erika, siamo stati ospiti a Nakuru (Kenia), nella parrocchia dove Padre Luciano svolge e vive la pastorale missionaria.

La nostalgia di casa certo si è fatta sentire, ma l’accoglienza di Padre Luciano, la gioia nell’incontro con i bambini e soprattutto la condivisione nella preghiera, mi hanno fatto respirare la stessa atmosfera del Natale in casa.
Mi sono sentito lontano dalla mia famiglia, ma accolto in un altra.
Ed è stato per me un regalo meraviglioso.



Non voglio descrivervi qui nei minimi particolari il progetto, vi voglio semplicemente dire una sola cosa, quella che mi ha colpito maggiormanete: l'aiuto che si da' ai ragazzi di strada si basa su quattro valori fondamentali: lavoro, studio, preghiera, gioco. Quattro momenti in ogni giornata con cui i ragazzi si confrontano crescendo insieme in un equilibrio e in un’atmosfera quasi familiare.
Sono ex bambini di strada, consumati dalla vita e dalle regole della citta’ (prima tra tutti la sopravvivenza individuale), certi loro sguardi hanno un fondo di diffidenza e i traumi subiti possono affiorare in ogni momento... ma sono bambini.
Bambini che come gli altri hanno bisogno solo di affetto.
Bambini che come gli altri ci insegnano a vivere spingendoci a cambiare il nostro stile di vita (perche' se uno dei risultati del modello sociale odierno e' il fenomeno dei bambini di strada, allora davvero bisogna cambiare).
Bambini che il Signore ama, per i quali e’ morto in croce.
Bambini che il Signore ci invita semplicemente ad amare.