Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"
Il nostro grido sarà fino alla fine:
“O Nigrizia, o morte!”

San Daniele Comboni

Come una testimonianza puo' essere cristiana?



Una questione alzata sul definire dei limiti nel percorso cristiano ha fatto nascere in me mille pensieri che, a dirla tutta, poco mi hanno fatto dormire. Tutti mi portavano senza via di fuga ad una sola domanda:

Cristiano, chi lo è?

Le risposte potrebbero riempire pagine e pagine, partendo dal dire che cristiano e’ ogni battezzato (e qui siamo dentro tutti) per arrivare anche a dire che solo i Santi sono veri cristiani (tra l’altro sono tutti morti da un pezzo, e quindi qui non rientra nessuno di noi).
Tra questi estremi ho provato a dare le mie risposte. Cristiano e’ chi prega, chi e’ umile, chi dona il proprio servizio, chi compie le pratiche religiose...
Ma nessuna risposta risultava essere completa e convincente. Cosi’ ho provato a deviare il flusso dei miei pensieri su un altra domanda:

Come giudicare un cristiano?

Non possiamo certo entrare nell’intimita’ della persona e pretendere di stimare, misurare e valutare la fede di un credente. Non possiamo dare, per cosi’ dire, un voto al rapporto che ha costruito con Dio.
Credo che possiamo solamente guardare il suo comportamento e la sua testimanianza e fermarci nell’osservare se questi sono cristiani o meno. Ma mai dovremmo superare questo limite.

Come una testimonianza puo’ essere cristiana?

La testimonianza cristiana filtra in ogni azione che la persona compie, in ogni suo atteggiamento, andando a pari passo con la sua etica nello scegliere sempre il bene del prossimo.
Nel costruire relazioni di condivisione.
Nell’accogliere i bisogni degli altri.
Nell’amare innanzitutto i propri nemici.
Nel pretendere giustizia per tutti.
Nel servire il povero.
Nello sposare la poverta’.
Nel coltivare ogni giorno la propria fede.
Nel contagiare gli altri con il Vangelo. Nel leggere il Vangelo per partire da quello. Nel leggerlo scegliendo di seguirlo.

Credo che questo atteggiamento passi prima di tutto dall’adempimento formale dei riti cristiani, che rappresentano la forma del cristiano, la forma che la comunita’ Chiesa si e’ data.
Parliamoci chiaro, andare a Messa significa ritrovarsi con la comunita’ per pregare insieme partendo dal Vangelo (e qui in Africa questo spirito sembra essere naturale).
Quindi se ogni cristiano deve partire dal Vangelo e deve fare comunita’ all’interno della Chiesa, credo proprio che adempiere ai riti religiosi rappresenti la base necessaria per una testimonianza cristiana.

Credo quindi che un organismo che non vuole essere solo di ispirazione cristiana ma che si vuole impegnare anche a fare testimonianza cristiana debba porre dei paletti formali lungo questo percorso.

Inoltre tengo aggiungere che credere in certi valori aiuti a mantenere la propria filosofia di organismo, anche in un eventuale ingrandimento, in una eventuale crescita.

Ma se si decide di dare dei limiti nel proprio percorso e di trasferire questi alla scelta di volontari, significhera’ che partiranno solamente volontari ritenuti cristiani? E i volontari giudicati non cristiani? Perche’ non dare la possibilita’ che lo diventino attraverso un’esperienza arricchente come puo’ essere quella di volontariato?

Cosi’ altre domande si sono aperte... e non credo che mi lascieranno dormire...

la sete e' sete

No comment, ma d'altra parte, come potevo rifiutare un po' di birra locale offerta gentilmente... e poi cosa non si fa per combattere la disidratazione!



Ti prego, o Signore, che gli altri possano vederTi attraverso me.
Ti prego affinche' quel che faccio, quel che dico, quello che testimonio sia solo per mostrare Te agli altri.

Diario di novembre


Diario di novembre
Gli amici si vedono nel momento del bisogno
Via il kraal, arrivano i dolori!
Happy birthday!
Un break alla monotonia
Paranoie di gruppo
Il mondo delle api… altro che libertà di volare


Lunedì 05 novembre 2007
Gli amici si vedono nel momento del bisogno.


Questo in certi casi sarà vero, ma non voglio rimanere nella concezione di un mondo che gira intorno ai miei problemi. Credo sia restrittivo chiamare amico solo chi corre in mio aiuto quando lancio un s.o.s..
Proviamo a capovolgere le cose, a guardarle da un diverso punto di vista.
Allora “Gli amici si vedono nel momento del bisogno” diventa “Ogni volta che è nel bisogno, diventa amico del prossimo.” Non pensiamo allora solo ai nostri problemi, ma usciamo da noi stessi per poter incondizionatamente (che parola lunga, saranno minimo 67 punti allo scarabeo) incontrare gli altri, per rispondere ai loro bisogni e diventare così loro amici.
Se l’altro è nel bisogno, stagli vicino e sii suo amico. Amico così di tutti, amico del mondo, amico di chi ha bisogno.

Martedì 06 novembre 2007
Via il kraal, arrivano i dolori!

A partire da oggi i nostri buoi, vacche e capre non possono più riposare la notte tranquilli nel kraal (recinto per animali delimitato da rami secchi) difeso dai soldati. Fino ad ora, per risolvere il problema dei frequenti raid notturni da parte dei nemici che avevano l’obbiettivo di portarsi via in numero maggiore di vacche possibili, il governo aveva concesso la costruzione di recinti vicino alle abitazioni dei soldati i quali avevano il dovere di vegliare sui capi di bestiame durante la notte. A discapito che nessuno dei villaggi lontani poteva usare i propri animali per i lavori agricoli, c’era però la certezza (o quasi) di trovare alla mattina tutti i propri animali nel recinto.
Da ora però non è più possibile. I soldati hanno ricevuto l’ordine di non occuparsi più del kraal, anzi, di smantellarlo addirittura.
Risultati: ognuno si porta le vacche al proprio villaggio, c’è uno scontento generale, la gente già riceveva visite notturne quando non aveva vacche nel villaggio, figuriamoci ora che ci sono.

Sabato 10 novembre 2007
Happy birthday


E oggi sono 29!! Auguri Anna! E visto che sei mia gemella, auguri anche a me!
Una lunga chiacchierata al telefono con casa mi ha aggiornato sulle ultime news di Barzana e della family. Poi Elena mi ha regalato la sorpresa di telefonarmi per farmi gli auguri e per farmi sentire vicino agli amici più cari. Così, chiacchierando con le persone a cui voglio bene, seduto sui gradini che dalla cucina scendono in giardino, mi sono abbandonato sotto un cielo blu notte (ovviamente era blu notte, visto l’orario) stellato, meraviglioso, che mi ha regalato una stella cadente.

Domenica 11 novembre 2007
Un break alla monotonia

La settimana è trascorsa prendendo il tempo della nostra vita come tutte le altre, occupando parte del nostro vivere nella stessa misura delle altre, noi però ci abbiamo messo del nostro e ce la siamo giocata, e per lo meno a mio parere meglio delle altre.
Martedì sono arrivati Lucia e Claudio. Lucia starà con noi per due settimane, e visti i primi giorni sono sicuro che saranno due settimane più serene e allegre in casa SVI.
Claudio purtroppo è rimasto solo per due giorni. Abbastanza però per festeggiare il suo compleanno con una super cena in compagnia anche di Father Clement, il Padre comboniano della parrocchia di Iriir. È stato bello iniziare la cena con la benedizione del Padre, in genere sono solo io a farmi silenziosamente il segno della Croce e il fatto di non condividere i momenti di preghiera con gli altri mi fa sentire ancora più distante da loro.
Comunque sia dovremmo invitare più spesso il Padre a cena, anche perché è il nostro vicino di casa, o perché è il responsabile del compound dove viviamo, o perché rappresenta la controparte del progetto.
La serata è stata davvero allegra per la compagnia, la chiacchierata, le risa, perché ha spezzato la serie di cene a tre. Si può anche star bene qui a casa, ma la monotonia debilita il viver comune (che frase però: “La monotonia debilita il viver comune” pare la massima di qualche filosofo latino morto depresso).

Paranoie di gruppo
È incredibile come la semplice presenza di persone care abbia la forza di cambiare l’atmosfera di una casa. Non tutte, ma certe persone hanno un’abilità e una capacità incredibile di cambiare il proprio comportamento e atteggiamento nei riguardi degli altri (anche con quelli con cui vivono e condividono la vita di ogni giorno) nel momento in cui avviene un cambiamento come può essere la presenza di nuovi elementi in un gruppo.
Si tratta forse di un passaggio interiore verso la maturità che coincide esattamente con la formazione di un nuovo gruppo? O si tratta di adattamento comportamentale? O semplicemente, e con ipocrisia, di costruire una facciata da presentare all’ospite di turno?
Io non sono capace di tanto, preferisco semplicemente continuare ad essere me stesso portandomi dietro le mie contraddizioni, i mie atteggiamenti e le mie difficoltà da superare. Provando ad essere nei confronti degli altri (di tutti gli altri) il più trasparente e sincero possibile. Cercando insomma di accettare me stesso ogni giorno vivendo per come sono. Essere se stessi insomma.
Non riesco a cambiare faccia di fronte a nuove situazioni, da cui però ricevo stimoli per rifletterci e aggiungere un mattoncino alla mia personalità. Quello si.

Mercoledì 14 novembre 2007
Il mondo delle api… altro che libertà di volare
Oggi insieme a Fausto abbiamo dato un occhiata all’alveare del compound in preparazione della prima raccolta di miele. In pratica si trattata di togliere il tetto ed il coperchio, controllare il lavorio interno delle api, poi sistemare un alveare vuoto sopra quello esistente interponendo tra i due una rete metallica.
Così armato di tranquillità e di una ignoranza completa sul mondo delle api, mi sono messo guanti e maschera (la tuta non c’era) e mi sono avviato verso l’allegra casettina delle amiche api. A distanza Fausto mi dava indicazioni sul da fare e sulla situazione all’entrata dell’alveare.
Sarà andato tutto liscio? Macché. Nello scoperchiare abbiamo avuto la sorpresa di trovare attaccato alle assicelle di copertura un foglio di cera in costruzione. Visto che le api iniziavano ad innervosirsi, chiudi tutto e rimanda.
Con il buio della sera prepariamo la seconda spedizione. Fausto mi dice che con il buoi non c’è nessun problema. Così faccio il grosso e non mi metto né guanti né maschera. Nello scoperchiare… col cacchio che le api non volano. Iniziano ad uscire mezze addormentate, e la maggior parte si arrampica sulla mia mano. È una sensazione strada sentire le api che a gruppi di dieci salgono sulle tue mani iniziando a ricoprirle. Fanno quasi solletico. A parte due che liberamente si suicidano infilandomi il pungiglione sulle dita.
Alla fine facciamo il nostro sporco lavoro, ora l’alveare è in ordine e tra qualche giorno controlleremo se le api sono già al lavoro. È divertente e appassionante il mondo delle api! Lo sapevate che un’ape vive solo 40 giorni eseguendo rigorosamente ogni giorno un determinato compito? Altro che libertà di volare! E che l’ape regina viene fecondata solo all’inizio della sua vita e si tiene dentro i miliardi di semi con cui poi feconderà le sue uova? O che le api comunicano tra di loro danzando? E, questo probabilmente lo sapete, che il miele è mille volte più buono dello zucchero!
20/11/2007

Scusa Signore, se Ti prego portandoti in dono solamente i miei problemi, scusa per quando mi lascio trasportare solo da loro. Dovrei dire “Tu solo mi basti”. Fammi allora strumento della Tua volontà, e non di quella degli altri, né tanto meno della mia.
Ma solamente fammi compiere ciò per cui mi hai chiamato.


Gianpietro