Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

vivi e libera le emozioni... fosse facile!!

Una puntualizzazione che mi sento in dovere di dare. Per chiarezza. Per completezza. Per maggiore comprensione. E perchè nessuno pensi che le cose vadano sempre bene.
In effetti nei miei ultimi posts mi sono ben guardato dallo scrivere le difficoltà di queste settimane, quella dell’adattarsi a un posto nuovo, quella di sentire ancora vive le emozioni che mi ero trascinato dall’Italia ma che non volevo colorassero il mio arrivo a Chikuni. Forse mi illudevo che venissero fermate alla dogana “Mi scusi, non può portarle con se, deve lasciarle in Italia”. Troppo semplice.
Ogni giorno vengono a bussare al cuore esigendo un pò d’aria. Volontariamente ne esco sconfitto e concedo loro di muoversi nei pensieri. Accade alla sera, quando negli ultimi passi della giornata, esco a rinfrescarmi e a rilassarmi.
All’inizio ero titubante: concedere loro ancora un pò di spazio nel cuore e nella mente mi appariva come farmi ancora del male gratuitamente. Quando si avverte un l’emozione venire a galla e offrirvi già le prime lacrime agli occhi... a che scopo continuare? Perchè concentrarsi ancora su questo sentimento se so già che mi farà stare male? Perchè concedersi alla sofferenza, quando posso scegliere di girarmi dall’altra parte e sorridere indossando una bella maschera? Ma giorno dopo giorno, allenandomi in e di questo concentrarmi, il momento ha acquistato la sua bellezza facendomi provare quanto sia liberatorio poter vivere ogni emozione per come si presenta al nostro animo (o se preferite alla nostra mente) anche nei giorni in cui questo significa soffrire. E forse saranno state la consapevolezza di quello che stavo vivendo, insieme alla volontà di non voler nascondere angoscie e dolori in pensieri chiusi ai bordi della mente, ad aiutarmi e a farmi sentire quasi come distaccato da me stesso.

Non vi dico quello che è venuto a galla, una confidenza che lascio per pochi... ma le prime volte mi sono sentito davvero di merda. Consapevolmente e volontariamente certo, ma comunque di merda.
Perchè l’amico Fromm non te lo dice poi così chiaramente, certo ti illumina scrivendoti che
Senza sforzarsi ed essere disponibili ad affrontare il dolore e l’angoscia, è impensabile di poter crescere
e che
Percepire la verità è un’esperianza liberatoria. Libera infatti energia e illumina la mente. Procedendo su questa strada, l’uomo acquista maggiore dipendenza e vitalità, è più vitale e concentrato su se stesso. Forse si renderà conto di quanto sia difficile, se non addirittura impossibile, cambiare la realtà, ma – perlomeno- egli riuscirà a vivere e a morire da essere umano e non da pecora. Quando, invece, l’ansia di evitare la sofferenza e l’aspirazione al massimo confort si sostituiscono ai valori più alti, alla verità sono preferibili le illusioni.

Belle parole... ma col cavolo che ti fa capire quanto sia doloroso e quanto al momento ti faccia stare male. Non ti spiega quanto la sofferenza riesca a riempirti il corpo: parte dal cuore, si spinge lungo le membra e ti rende pesante nei movimenti. Svogliato nei pensieri. Poi il pianto che sale, come acqua in cui ti senti immerso. Ti arriva dallo stomaco, sale al petto... ora al collo...ora alle labbra...e non riesci a farci nulla...muovi anche le braccia in movimenti vani quasi volessi tornare a galla spingendo di nuovo la testa fuori dall’acqua. Fuori dal dolore. Invano.
Ma sarebbe “errore” e “presunzione” pensare che “sia possibile una vita senza fatica e sofferenza”. Certamente costa fatica scegliere di viverle, ma è davvero liberatorio. Perchè ora, negli ultimi passi della giornata in cui mi concedo riflessioni, preghiera e sogni, lascio ogni emozione spontanea salire dal cuore alla mente per prendersi il suo momento di aria, respirare vera e per quella che è, gonfiarsi fino a riempirmi ...e poi staccarsi da me. Alcune, nel volare via, mi lasciano un sorriso. Altre una lacrima e il cuore che trema. Ma tutte, spontanee e libere, mi regalano la verità. Facendomi conoscere me stesso.

Queste sono state le mie riflessioni, le mie emozioni, i miei pensieri... o almeno quello che ho percepito di loro. Forse sono riuscito a vederle realmente per quelle che sono. O forse non so ancora distinguere la realtà, dal sogno... e dall’effetto allucinageno del Lariam.
Un abbraccio