Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Chikuni (Zambia), la prima settimana

Una calura soffocante, quella che già in tarda mattinata ti avvolge per poi accompagnarti fino al tardo pomeriggio. Lunghe ore in cui l’aria pare quasi assente, quasi anche lei avesse cercato l’ombra di un mango, I cespugli intorno al fiume o qualche veranda dove nascondersi dal sole e aspettare sera. Di certo non ha scelto la mia veranda.
Ero stato avvisato del caldo e dell’effetto che ha sulla forza di volontà di ciascuno: positivo se lo si combatte e ce se ne esce vincitori continuando a svolgere le proprie attività, negativo se nelle ore più calde ci si annulla abbandonandosi in casa tra lo studio e il frigorifero con la ferma convinzione che, cascasse il mondo, non si esce prima delle quattro. Personalmente, in questa prima settimana siamo 1 a 0 a favore del caldo. Ma non pensate male: fa parte di una mia tattica, uno studio dell’avversario per poi prenderlo in contropiede…siete quindi pregati di non pensare che uno vada in Africa per poter fare la pennichella pomeridiana! Comunque, già che siamo in tema, vi sarei grato se non mi veniste a bussare alla porta di casa o se non mi telefonaste tra l’una e le quattro del pomeriggio. Grazie.
Per dovere di cronaca, anzi, mi correggo, per volere di cronaca, il viaggio è stato tanto spassoso quanto un film nigeriano (per chi non avesse mai visto un film nigeriano, beh… si ritenga fortunato ed eviti ogni conoscenza o occasione che lo possa portare a tale vissuto). Sia inteso, non mi ha mai preoccupato e nemmeno annoiato viaggiare in aereo da solo: cammini per I terminals dove hai le coincidenze, chiacchieri un pò con gli altri passeggeri, curiosi quà e là per I negozi nell’area check-in (dove è stata registrata la più alta concentrazione di beni di consumo inutili, e quindi dannosi allo spirito), ti bevi un caffè per ammazzare il tempo. Ecco, tutto questo quando viaggi di notte, il tuo volo è stato frammentato in quattro voli brevi, sosti in terminal così piccoli che ti puoi mettere in qualsiasi punto per vederne ogni angolo, oppure sosti in terminal pieni di negozi e punti di ristoro ma la tua coincidenza cade tra l’una e le cinque del mattino e a quell’ora col cavolo che trovi più di due saracinesche alzate… ecco, tutti quegli svaghi che ti assicurano un viaggio non eccitante ma quantomeno piacevole, non hanno facile applicazione.
Sempre per volere di cronaca, la mia sistemazione qui a Chikuni è davvero carina e nuova: l’alloggio che i padre gesuiti mi hanno trovato per questi tre mesi è una semplice e carina abitazione all’interno del college per insegnanti “Charles Lwanga”. Ora, per noi poveri studenti italiani, la realtà del college risulta essere un pò lontana dal nostro vissuto. Si tratta di una piccola cittadina dove non solo gli studenti, ma anche professori e bidelli praticamente vivono. Se vi ricordate “L’attimo fuggente”, avete più o meno l’idea. Ecco, prendete questa idea e datele un formato Africa! “Charles Lwanga” è davvero immenso. E vi aiuto a partecipare al mio stupore aggiungendo che impiego lo stesso tempo a raggiungere d’abitazione il cancello di entrata, che da andare dall’inizio alla fine di Barzana.
Come da modello inglese, non mancano di certo campi da calcio, pallavolo e pallacanestro e così ogni mattina mi posso concedere una corsetta prima della colazione. Altra nota positiva, condivido la casa con Mono, un giovane ragazzo che lavora come speaker alla radio locale... e chi non ha mai sognato di vivere con un DJ, dai!
Un abbraccio, ora vado a preparare qualcosa per cena.