Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Diario di ottobre



October Diary
. Jeep e strada. Strada e jeep.
. Prima notte di spari, dal vivo
· Riunione d’equipe
· Meglio soli o male accompagnati?
. Ops! Certe cose è meglio non scriverle
· Fine mese, finalmente un attimo per pensare
. La sera leoni, la mattina… Comboni!!


Domenica, 7 ottobre 2007
Jeep e strada. Strada e jeep.

Questa notte ho proprio riposato alla grande. Ci voleva una bella otto ore di sonno. Che poi sono state dieci se comprendiamo anche le due ore in cui ho tentato di guardare un film con scarsi risultati: tempo due scene iniziali ed ero già in fase REM.
Venerdì ci siamo fatti una lunga tirata in jeep, roba solo per autisti drogati di mirà.
A vederci partire la mattina da Kampala sembrava che andassimo a fare qualche spedizione nella savana. Claudio e Lucia sul Prado, Fausto ed Enrica sul nuovo pick-up, io sul vecchio e scassato land cruiser, tutti caricati all’inverosimile per portare l’attrezzatura per la lavorazione del latte e del miele a Namalu e ad Iriir.
Secondo voi abbiamo fatto la strada più breve? Ovviamente no! L’acqua copre più di un chilometro di strada, quindi deviazione. Purtroppo caricati come eravamo non saremmo potuti passare sopra un ponte staccatosi dagli argini il mese scorso e sistemato alla meglio. Così, seguendo la deviazione della deviazione , siamo saliti tra i monti per poi scendere di nuovo nel bush. Dall’alto la sensazione che ti regala il bush è quella di un posto calmo, tranquillo, in pace con se stesso e con gli altri. In netto contrasto con la fame dei più poveri che lo abitano, la paura quotidiana di essere attaccati dai nemici, la furbizia dei businessmen nel comprare/vendere ogni cosa per un proprio guadagno, le mille problematiche da affrontare per uno sviluppo sostenibile.
Dopo deviazioni, impantanamenti (ha piovuto proprio mezz’ora prima del nostro passaggio… che bella accoglienza!) e prove sul fango stile corso di guida rallystica (di cui mi autovaluto con un bel 9 pieno) siamo arrivati a Namalu verso le 18. Scaricato quello che dovevamo scaricare, invitati da Pigi ci siamo fermati per la cena., come perdere l’occasione di condividere una cena con tutta l’equipe SVI Uganda dopo una lunga, e per me anche solitaria, giornata di guida?
Partenza, anzi ri-partenza verso le 21 con Fausto ed Enrica davanti a fare strada ed io dietro immerso nella loro striscia di polvere. Se evitassi di scrivere della rottura del servosterzo e della cinghia del serbatoio potrei dire che all’una di notte eravamo già arrivati ad Iriir “senza problemi”.
Il programma del sabato è stato alzata alle 7, scarico e sistemazione dell’attrezzatura di cui dovremo fare l’inventario e capire come usarla, riparazione del Land Cruiser, controllo con Fausto dell’andamento delle attività svolte durante la sua vacanza e… dormita subito dopo cena!

Lunedì, 08 ottobre 2007
Prima notte di spari, dal vivo

Per più di mezz’ora i soldati hanno cercato di scacciare gli enemies che si erano spinti fino al centro di Iriir per raggiungere poi il craal e rubare le vacche. Colpi di AK47 e mitragliatrici… un bel risveglio nel pieno della notte, non c’è che dire.
I colpi li sentivo così vicini che sembrava sparassero dal nostro giardino, in realtà erano al cancello della missione (500 metri da noi): che sollievo saperlo eh? Per la paura io non mi sono neanche alzato dal letto. In compenso quando hanno finito ho aspettato un’oretta per sentire l’eventuale arrivo di qualche ferito da portare all’ospedale. Poi mi sono riaddormentato.

Martedì, 09 ottobre 2007
Riunione d’equipe
Riunione di equipe SVI. Privacy e censura.

Mercoledì, 17 ottobre 2007
Meglio soli o male accompagnati?

Da Brescia ancora nessuna novità riguardo il nuovo o i nuovi volontari che verranno ad Iriir in sostituzione di Enrica (se ne andrà il 28 novembre) e di Fausto (rimarrà ad Iriir fino a Natale, poi si sposterà più al nord).
Claudio, negli incontri con il consiglio SVI, ha riportato a loro la necessità di avere due volontari subito, loro gli hanno risposto con la candidatura di tre persone disposti da subito a partire. È trascorso però un mese e non si sa ancora nulla. Spero che arrivino il prima possibile, l’idea di rimanere da solo è tanto affascinante (evviva l’indipendenza e la libertà) quanto deprimente e spaventosa (per solitudine e caga).
L’indipendenza e la libertà si possono costruire anche in un gruppo di volontari ben affiatati, in sintonia tra di loro e pieni di spirito collaborativi. Ma la solitudine ti colpisce e non ti molla. Se poi alla sera o di notte i soldati e gli enemies si sparano a meno di 500 metri dal tuo letto, lo stare in casa da solo non ti dà molto conforto.

Venerdì, 19 ottobre 2007
Ops! Certe cose è meglio non scriverle.
La situazione in casa SVI sta migliorando.

Giovedì, 25 ottobre 2007
Fine mese, finalmente un attimo per pensare

Finalmente un pomeriggio di calma, senza nulla in programma, senza radiatori da smontare, auto da riparare, pezzi da saldare, e senza nessuno alla porta che viene a chiederti qualcosa. Così ho qualche ora al computer per sistemare la contabilità e soprattutto per scrivere due righe. Me ne andrò poi in camera a fare pulizia e poi in paese a bere qualcosa, troverò in giro qualcuno e mi fermerò a contarla su.
Domani, dopo un meeting con un gruppo di donne che vogliono collaborare con lo SVI, si va tutti a Kampala.
Sentiremo da Claudio e Lucia se ci sono novità dall’Italia, faremo un po’ di acquisti per il progetto, ritireremo i soldi il banca, faremo sistemare l’auto e la moto… per martedì o mercoledì ritorneremo ad Iriir: altri meeting e altri incontri.
Per ora l’attività è concentrata sull’apertura del silo. Il gruppo che lo gestisce ha iniziato ad acquistare le granaglie dai contadini locali. Loro sono abbastanza indipendenti, ma bisogna comunque dargli un’occhiata.
Due gruppi di donne hanno appena iniziato la cura e la gestione di capre di razza migliorata allevate a stabulazione fissa. La “stabulazione fissa” è una cosa che qui tra un popolo con una storia di pastori nomadi non si è mai vista… vi lascio immaginare quanto bisognerà incentivarle, stimolarle, animarle. Se poi proprio la storia della stalla e di tenere capre e mucche sempre dentro non prenderà piede, si cercherà qualche altra attività. Anzi cercheranno loro qualche altra attività, noi li aiuteremo stando ai margini. O almeno è questa la filosofia SVI.
Per il resto, i contadini nei villaggi stanno continuando il raccolto, la stagione delle piogge dovrebbe essere già finita da settimane, ma ogni tanto piove ancora e il meteo prevede che continuerà così fino a dicembre. Il che è positivo per quelli che hanno iniziato o che stanno iniziando una seconda coltivazione (anche lì a forza di spinte da parte SVI).
E chi non è impegnato nel raccolto, è impegnato nella pulizia del bush, cioè appicca il fuoco e scappa, nella speranza che non raggiunga il villaggio. Qui è l’unico modo per pulire il bush dall’erba alta e dalla sterpaglia e per disincentivare i nemici dal fare imboscate. Da parte nostra spingiamo a fare fire-line (strisce di terra intorno a campi e villaggi da tenere pulite) in modo che le fiamme non possano raggiungere le case.
Poi ogni giorno si prega e si spera.

Sabato 27 ottobre 2007
Stasera si esce. Primo appuntamento ugandese…

Domenica 28 ottobre 2007
La sera leoni, la mattina… Comboni!!

Come non aggiornarvi tutti sulla serata di ieri?
Dopo avervi dato in esclusiva la notizia dell’appuntamento con la bella bellunese, descritto tutte le premesse connesse, la mia agitazione da primo appuntamento mista alla fermezza del mio innato talento nell’attrarre le donne (due fattori in relativo rapporto 99,99 a 0,01), non so che aspettative vi siete fatti. Forse siete sulle spine, forse non vi interessa molto visto che mi conoscete come un latin lover di alto livello, o forse avete cestinato la posta .
Spero comunque che abbiate fatto il tifo per me.

Ovviamente parto già con il piede sbagliato trovandomi alle 17.30 a realizzare che ho solo un ora per:
aspettare il meccanico che con un “sto arrivando” tarda a venire per essere pagato;
fare la doccia;
cambiarmi scegliendo un abbigliamento decente;
cercare in strada un bodaboda (moto-taxi):
andare dall’altra parte della città serpeggiando nell’immobilità del traffico del tardo pomeriggio.

Nonostante questo alle 18 sono gia’ pronto alla porta, docciato e vestito come si deve. Saluto gli altri, i quali non mi chiedono nemmeno dove sto andando e con chi. Che bello la vita di un gruppo affiatato!! Poi come primo incoraggiamento non c’e’ male.

Mi avvio svelto verso il cancello salutando i nostri due fidati watchman (guardiani). Gli chiedo come e’ andata la giornata e gli dico che sto uscendo. I due mi guardano e uno di loro mi chiede se sto uscendo a correre. Rispondo orgoglioso che ho un appuntamento con una ragazza, ma in me nasce il dubbio sulla pertinenza del mio abbigliamento.
Spinto da questo secondo incoraggiamento, esco dal cancello e mi avvio per strada camminando. Per fortuna trascorrono solo due minuti e passa uno in moto. Come al solito, alzo la mano per fermarlo e chiedergli un passaggio. Lui mi dice che non e’ un bodaboda e che mi da’ comunque un passaggio gratis fino al primo bodaboda-stage.
Ha una moto cross 250 e non sembra ubriaco. Basta questo per convincermi. Strada facendo si offre anche di portarmi dove voglio, se lo pago ovviamente.
Gli offro 3000 Ush.
Lui chiede 4000 Ush.
Io accetto.
Arrivato a destinazione, gli dò 5000 Ush.
Non c’e’ che dire. Ho proprio talento per gli affari e la contrattazione.

Nonostante questa preparazione, arrivo puntuale all’appuntamento. Come aperitivo decidiamo di prenderci due birre in un tranquillo pub lì vicino. Iniziamo così a raccontarci quanto successo negli ultimi mesi.
Entrambi arriviamo da un periodo in cui siamo un pò giù di morale e la chiacchierata diventa presto uno sfogo di entrambi. Ci stupiamo nel sentire che stiamo incontrando le stesse difficoltà, che stiamo vivendo la stessa situazione pur in contesti e con persone diverse, che stiamo provando le stesse sensazioni, ma che abbiamo voglia di continuare la strada che abbiamo scelto. Perché ci crediamo.
Lo sfogo aiuta entrambi e ci diamo un appiglio a vicenda.

Mal comune e mezzo gaudio, ce ne andiamo a cena più rilassati e sereni. Poi partita a bigliardo, un salto a ballare al Capital, una birra al All’s pub per concludere la serata e ci troviamo alle 5.00 stanchi e assonnati. E ci credo! Ormai non abbiamo più vent’anni!

Prendere un bodaboda a quest’ora è da suicidio visto che la metà dei motociclisti è sbronza e l’altra pure. Così mi fermo a dormire a casa sua.
Ovviamente alle sette sono già sveglio, mi faccio una doccia e un caffè e inizio a chiacchierare con la sua coinquilina in merito al matrimonio (chissà poi come ci siamo arrivati a questo argomento).
Alle 10 svegliamo anche lei, ma nel vederla arrivare in cucina abbiamo difficoltà nel capire se sia sveglia o dorma ancora.
Ci salutiamo e ci teniamo entrambi liberi per il pomeriggio. Nel senso che vogliamo essere liberi per recuperare il sonno, sbrigare piccole faccende, rielaborare lo sfogo della sera precedente. Sembra facile, ma dopo un periodo di “piccola angoscia”, trovare un appiglio ti dà un sostegno positivo e sposta il tuo equilibrio emozionale. E ci vuole un po’ per rielaborare e realizzare quanto questo appiglio sia prezioso.

Un bodaboda mi porta poi a Messa nella missione comboniana di Kampala. Perché, come si dice al GIM: “Alla sera leoni, al mattino… Comboni!!”
Per mezzogiorno mi ritrovo con gli altri. Mi fanno a fatica un saluto e nessuna domanda.