Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Barzana, punto di partenza

Articolo scritto per il mensile “Bollettino parrocchiale” di Barzana, Bergamo, maggio 2007

Barzana, punto di partenza…

Con entusiasmo ho accettato l’invito di Don Umberto a scrivere “qualche riga per il bollettino” circa l’esperienza di volontariato in Uganda (Africa centrale) che intraprenderò tra pochi giorni. Devo ammettere però che l’entusiasmo non è sufficiente per superare il blocco dello scrittore che mi viene di fronte ad una pagina vuota su cui scrivere qualcosa che coinvolga la comunità di Barzana. Qualcosa che spinga chi legge a porsi delle domande. A dir la verità mi accontenterei che chi inizia a leggere, arrivi almeno a finire l’articolo.
Poche parole innanzitutto per spiegare che andrò ad operare nel territorio del Karamoja, zona a nord-est dell’Uganda, in un progetto di animazione e di formazione comunitaria. L’obiettivo è da un lato di passare conoscenze agricole e zootecniche alla popolazione locale, dall’altro di animare gruppi locali in modo da far emergere le loro problematiche e aiutarli a risolverle. In altre parole renderli capaci di risolversi da soli i loro problemi. Non voglio però annoiarvi con descrizioni pratiche e dettagli sul progetto, potete trovare tutto sul sito www.svibrescia.it. Voglio invece scrivervi di emozioni e di sentimenti che mi accompagnano in questo cammino, per alcuni strano, per altri pazzo.
Le brevi esperienze in Venezuela e in Brasile mi hanno regalato l’abbraccio di famiglie emarginate e ho vissuto l’accoglienza in comunità messe al bando dalla società per bene (la nostra, non tiriamoci indietro!). È nata la consapevolezza che, se mi dico cristiano, non posso tirarmi indietro. Non mi è permesso starmene seduto a far nulla.
Negli ultimi anni ho vissuto così due cammini intrecciati tra loro: uno di formazione al volontariato internazionale, uno di scoperta del Vangelo. Se il primo mi ha dato un bel paio di scarponcini per camminare su strade straniere, il secondo mi ha regalato la spinta per andare avanti.
Perché quando uno scopre la gioia del Vangelo, allora muove i passi nella sicurezza di Dio e nella certezza che non vacillerà lungo la strada che Dio ha preparato solo per lui. Non credo che esistano persone migliori di altre, e sono fortemente convinto che chi parte non è più bravo di chi resta. Semplicemente credo che un uomo possa essere felice solo se dice sì al progetto che Dio ha disegnato solamente per lui. In Africa o in Italia che sia.
Attraverso il nostro sì, Dio ci regala la forza di accettare le difficoltà, la gioia di portare una croce, la pazza serenità di abbandonare i nostri sogni in cui riponiamo la nostra felicità, per camminare verso la felicità degli altri.
Se ho paura? Beh, quella non manca! Ma ho imparato che un pizzico di paura serve sempre. Come quando cammino per un sentiero in alta quota: un po’ di preoccupazione per la salita smorza la mia sicurezza ma mi porta a rispettare la montagna e a conoscere i miei limiti. E cammino più sicuro.
Pensando al progetto in cui andrò ad operare, ogni tanto provo un senso di impreparazione, non credo di avere già da ora tutte le competenze che mi permetterebbero di operare da subito con un massimo della resa. Ma questo mi aiuterà, almeno spero, ad essere più umile nei confronti delle comunità che mi accoglieranno e che, solo per il colore della mia pelle, mi vedranno superiore. Quando in realtà sarò io lo straniero in mezzo a loro. Sarò io ad aver bisogno di loro. Sarò io a sentirmi lontano da casa.

Buona strada ad ognuno di voi, da un giovane cristiano in cammino. Gianpietro