Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

SONO PREOCCUPATO

Si, davvero preoccupato. Sapete no, come quando avere un pensiero che non vuole essere messo da parte. Vi lascia svolgere il vostro lavoro, vi lascia studiare, ma non vi permette di essere concentrati completamente perché c’è sempre quel tormento che vi assilla.
Dopo giorni inizia anche a darvi fastidio ma, come un sassolino nella scarpa quando avete fretta, non potete fare altro che portarvelo dietro.
Beh, provo a dividerlo con voi. Mal comune mezzo gaudio.

Non riguarda il Boys Ranch e i ragazzi appena arrivati dalla strada con il loro grande bisogno di affetto e di amore. Non riguarda la solitudine che l’Africa amplia a tal punto da confonderti il cammino come nebbia in alta quota.
Sono preoccupato per l’Italia e per il clima sociale che si respira.

Parto dalle notizie che mi giungono dall’Italia.
La maggioranza al Governo, o meglio la minoranza visto che si tratta solamente di una persona, alla quale inspiegabilmente è concesso di controllare l’informazione pubblica e privata, sembra avere carta bianca nel fare e disfare le leggi in faccia anche ai principi costituzionali.
Piccoli tentativi di protesta pacifica vengono prima sedati a suon di botte, poi schedati come tentativi di sommossa da parte di gruppi violenti.
La gente elegante, quella borghesia industriale che venera la maggioranza politica, nonostante la raffinatezza dei vestiti che indossa, esplode in violenza verbale e fisica contro lo straniero. Si scherma il volto con creme e profumi costosi, ma trasuda falsità. Forse ha dimenticato i giorni in cui i propri padri e madri combattevano con la povertà di ogni giorno.
Forse ha perfino dimenticato il messaggio evangelico, che gocciola Amore e Speranza. E il Suo insegnamento:
mettere al centro la volontà di Dio e non la propria, amare il prossimo e incontrarlo nel dialogo, vivere la comunità con spirito di convivialità perché ci si possa arricchire nelle differenze.

Se qualcuno fa finta di niente o si copre le spalle con un mantello tessuto con ipocrisia e ambiguità, allora sta a noi vivere la Speranza.
Se è vero che chi controlla l’informazione controlla anche l’opinione pubblica, è anche vero che ognuno è dotato di senso critico per capire che solo le pecore seguono il gregge.
Se è vero che “non possiamo fare altro che sottostare alle leggi consumistiche della società perché questa cresca”, è anche vero che esistono in tutta Italia esempi di comunità di resistenza guidate da persone che hanno messo al centro del proprio lavoro l’interesse comune. Sono atei, laici e religiosi.

Nell’ottobre scorso in Italia ho respirato questa aria di Speranza e di Impegno. Spero che non sia stata spazzata via dal vento gelido dell’inverno. Anzi, prego che la neve abbia riparato quei semi di amore perché possano germogliare e crescere con il primo sole della primavera.
A noi coltivarli. INSIEME!

Vi lascio con una preghiera di don Tonino Bello. Scriveva:

Santa Maria, donna dei nostri giorni,
liberaci dal pericolo di pensare che le esperienze spirituali vissute da te duemila anni fa siano improponibili oggi per noi, figli di una civiltà che, dopo essersi proclamata postmoderna, postindustriale e postnonsochè, si qualifica anche come postcristiana
.”

Don Tonino scriveva così nel 1993, negli ultimi suoi mesi di vita terrena.
Chissà se vedesse dove siamo arrivati…
Chissà come definirebbe l’attuale società…