Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Invece questa Africa ...

“…certi giorni faccio davvero fatica a comprenderla, non riesco a trovare un senso nel suo essere e a vedere dove stia andando.
Per esempio guardiamo il quartiere dove siamo inseriti: sorge in una zona periferica di Nakuru fuori dall’anello urbano, sta nascendo e si sta formando seguendo la condizione sociale attuale keniota.
Le case in muratura circondate da alte mura difensive si piazzano senza permesso e impenetrabili ai bordi delle strade del quartiere. Dai loro cancelli in ferro sempre chiusi è difficile intravederne il cortile interno. Come moderna merlatura hanno taglienti bottiglie in vetro opportunamente rotte ed al tuo passaggio non manca l’abbaiare dei cani che fa eco.

Ma come in un ampio respiro, la skyline si apre grazie ad una casa in lamiera o in terra il cui proprietario ha recintato solamente con qualche palo e del filo di ferro. Da queste i bambini ti salutano sempre, anche se passi quattro o cinque volte al giorno. I più coraggiosi ti corrono incontro per godersi un saluto e un abbraccio. I migliori ti lasciano in ricordo sulla maglietta e tra i capelli macchie e appiccicose briciole su cui è meglio non indagare. Ma che gioia nei loro occhi.

E le scuole? Le molte scuole private sono costose e la retta fa da filtro permettendo solo a poche famiglie di mandare i propri figli. L’unica scuola pubblica (si riconosce dal fatto che è l’unica dall’aspetto decadente) è sovrappopolata anche rispetto agli standard africani.
La differenza, anzi la divisione è evidente: famiglie che iniziano ad essere benestanti si chiudono in casa e mandano i propri figli in scuole per pochi, le altre si arrangiano come possono e non tutti i figli vanno a scuola.

E così ti vedi la domenica in parrocchia la chiesa piena di gente ben vestita, che arriva in auto, prega devotamente, e magari ti lascia anche un’offerta per ingrandire o abbellire la chiesa… niente di male, no? Un po’ come nelle nostre parrocchie italiane.
Però questi pochi, che si dicono cristiani, e che stanno bene, continuano a star bene ed ad essere in pochi! Un po’ come nel mondo (e l’Italia non fa certo eccezione) dove i pochi che stanno bene continuano a stare sempre meglio e ad essere sempre più pochi.
Mi chiedo allora come stia crescendo questa società kenyota e che futuro potrà mai avere se, seguendo il modello capitalista occidentale, crea dentro se stessa divisioni economiche oltre a maturare quelle tribali che si porta dietro come valore aggiunto.

E allora mi viene da fare eco a quei pretacci che remano contro corrente, ai missionari etichettati come “comunisti”, agli ambientalisti “sovvertitori”, ai giovani del GIM che si incontrano nella preghiera: non seguiamo chi pretende di sapere ogni cosa perché spesso lui non sa proprio nulla, non perdiamoci nel circondarci di comodità e di futilità che non servono che a isolarci dagli altri e quindi anche da chi ci ama.
Giochiamoci sulle parole del Vangelo!
Ognuno seguendo il proprio essere e nel posto dove si sente chiamato… altrimenti come cavolo lo sistemiamo questo mondo. Certo non è facile, ma per iniziare basta un po’ di cristiana follia. Il resto è tutto un regalo!

[Dalla relazione trimestrale di servizio volontario]

Un abbraccio a tutti!