Ogni giorno è un viaggio, che inizia alla mattina e che ci porta per le strade del mondo.
Poco importa se le strade sono le stesse che abbiamo attraversato il giorno prima. Le stesse scale, lo stesso incrocio, lo stesso ufficio. È facile scivolare nell’abitudine, che poi diventa sicurezza che maschera rassegnazione e paura.
Ogni giorno noi ri-nasciamo, come un’altra occasione per camminare di nuovo. Perchè solo noi possiamo decidere di fare di ogni giorno un giorno nuovo, migliore di quello precedente. Ancora più ricco di noi, dei nostri difetti e mancanze ma anche del nostro amore, delle nostre colpe ma anche del nostro perdono, della nostra stanchezza ma anche del nostro impegno.
Ogni giorno. Non perdiamo l’occasione!
Ed alla sera, quando vivo in pienezza e senza maschere, mi addormento con un pò di pace nel cuore.
Grazie...
... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"
Proprio il Vangelo di oggi mi ha infilato nella mente e nel cuore l’insegnamento di Dio che non c’è amore più grande che perdere la vita per i propri amici.
...perdere la vita
... non è che suona poi molto bene, sembra che si debba soffrire per poter amare il prossimo.
Quello che leggo è che le nostre domande, dubbi, riflessioni, ragionamenti che cercano logica dove non c’è (almeno la logica che l’uomo moderno si è creato su misura intorno a se stesso) ci portano sempre di fronte alla scelta cruciale di porre l’AMORE al centro della nostra vita oppure di lasciarlo come contorno, senza farsi toccare il cuore.
Allora poco importa dove e cosa si fa nella vita, l’importante è IMPARARE AD AMARE. Ce lo dice il Vangelo, ci rimane nel cuore e nell’anima...il problema è che quando arriva alla mente ci scombussola programmi e progetti che ci eravamo costruiti intorno ed io, certe sere, ne sono così spiazziato da sentirmi perso.
...perdere la vita
... non è che suona poi molto bene, sembra che si debba soffrire per poter amare il prossimo.
Quello che leggo è che le nostre domande, dubbi, riflessioni, ragionamenti che cercano logica dove non c’è (almeno la logica che l’uomo moderno si è creato su misura intorno a se stesso) ci portano sempre di fronte alla scelta cruciale di porre l’AMORE al centro della nostra vita oppure di lasciarlo come contorno, senza farsi toccare il cuore.
Allora poco importa dove e cosa si fa nella vita, l’importante è IMPARARE AD AMARE. Ce lo dice il Vangelo, ci rimane nel cuore e nell’anima...il problema è che quando arriva alla mente ci scombussola programmi e progetti che ci eravamo costruiti intorno ed io, certe sere, ne sono così spiazziato da sentirmi perso.
E come E' meglio una pausa (?!)
La prima notte in cui finalmente riuscì a dormire, sua madre decise di alzarsi alle due e mezza per stirare. Sua madre, quando stira, canta.
Ormai sveglio, e con sua madre che passava dagli anni 60 agli anni 70 della musica italiana, si rese conto che sarebbe stata dura riaddormentarsi. Allora si abbandonò ai pensieri, chissà che l’avrebbero fatto approdare in un’ansa dell’anima calma e serena, in cui ogni emozione avrebbe preso il proprio posto. Ripensò a quando stava insieme a lei. Era dolcissimo coccolarla per ore, sfiorarle la pelle con le labbra, sentirla tremare mentre faceva scorrere le dita leggere lungo il profilo di lei. Amava quando si accarezzavano teneramente, immersi nel silenzio dei loro pensieri e dei loro sogni. Non avrebbe mai smesso di baciarle i fianchi, di sfiorarle con la lingua i bordi delle sue labbra mentre gli occhi si stupivano di tanto sentimento. Come quella sera, anche in quel momento il suo cuore era abbandonato e felice nelle mani di lei.
Si ricordava bene di quel pomeriggio. Anche perchè fu l’unico così.
Quelle stesse emozioni le sentiva ancora vive dentro di sé, ed insistenti bussavano ogni sera al suo cuore “Pronto? C’è qualcuno? Com’è che prima ci fai toccare il cielo e poi non ci dai più aria?” Vaglielo tu a spiegare. Lei gli disse che era tempo che si prendessero una pausa... una pausa? E cosa voleva dire?
Stesse parole possono avere significati differenti, in particolare se immerse nell’universo femminile o maschile. Ecco, la parola “pausa” non fa eccezione.
Per la donna, dotata fin dalla nascita di una capacità di riflessione molto acuta che spesso la trascina nell’indecisione tra acqua natuale o frizzante, significa sono confusa più del solito, ho bisogno di un pò di tempo per me stessa, vorrei capire alcune cose e lo voglio fare da sola.
Per l’uomo, colpito da una produzione ormonale molto acuta che spesso prevarica sul senso logico trascinandolo nell’emisfero animale, significa passare meno tempo con la morosa, scordarsi ogni tipo di contatto fisico, e guai se intanto ci provi con un’altra.
Lui accompagnò questa sua decisione tipicamente femminile. Le rispose di prendersi il tempo di cui ne sentiva il bisogno. E parlandole si stupì della propria voce, calma e serena. Grazie al suo passato di pugile, sapeva come incassare i colpi: trattenere il respiro, stringere gli addominali e forzare un’espressione che dicesse all’altro “non mi hai fatto male, non mi hai fatto male”.
Che strana la vita. Ti sorprende con una splendida gionata di sole, poi una nuvola passeggera a cui magari non ci fai nemmeno caso, si porta dietro un carico di acqua. E a te non resta che bagnarti la pelle sotto la pioggia, fissando in alto e chiedendo al cielo quanto lunga sarà l'attesa prima di un altro bacio del sole.
Ormai sveglio, e con sua madre che passava dagli anni 60 agli anni 70 della musica italiana, si rese conto che sarebbe stata dura riaddormentarsi. Allora si abbandonò ai pensieri, chissà che l’avrebbero fatto approdare in un’ansa dell’anima calma e serena, in cui ogni emozione avrebbe preso il proprio posto. Ripensò a quando stava insieme a lei. Era dolcissimo coccolarla per ore, sfiorarle la pelle con le labbra, sentirla tremare mentre faceva scorrere le dita leggere lungo il profilo di lei. Amava quando si accarezzavano teneramente, immersi nel silenzio dei loro pensieri e dei loro sogni. Non avrebbe mai smesso di baciarle i fianchi, di sfiorarle con la lingua i bordi delle sue labbra mentre gli occhi si stupivano di tanto sentimento. Come quella sera, anche in quel momento il suo cuore era abbandonato e felice nelle mani di lei.
Si ricordava bene di quel pomeriggio. Anche perchè fu l’unico così.
Quelle stesse emozioni le sentiva ancora vive dentro di sé, ed insistenti bussavano ogni sera al suo cuore “Pronto? C’è qualcuno? Com’è che prima ci fai toccare il cielo e poi non ci dai più aria?” Vaglielo tu a spiegare. Lei gli disse che era tempo che si prendessero una pausa... una pausa? E cosa voleva dire?
Stesse parole possono avere significati differenti, in particolare se immerse nell’universo femminile o maschile. Ecco, la parola “pausa” non fa eccezione.
Per la donna, dotata fin dalla nascita di una capacità di riflessione molto acuta che spesso la trascina nell’indecisione tra acqua natuale o frizzante, significa sono confusa più del solito, ho bisogno di un pò di tempo per me stessa, vorrei capire alcune cose e lo voglio fare da sola.
Per l’uomo, colpito da una produzione ormonale molto acuta che spesso prevarica sul senso logico trascinandolo nell’emisfero animale, significa passare meno tempo con la morosa, scordarsi ogni tipo di contatto fisico, e guai se intanto ci provi con un’altra.
Lui accompagnò questa sua decisione tipicamente femminile. Le rispose di prendersi il tempo di cui ne sentiva il bisogno. E parlandole si stupì della propria voce, calma e serena. Grazie al suo passato di pugile, sapeva come incassare i colpi: trattenere il respiro, stringere gli addominali e forzare un’espressione che dicesse all’altro “non mi hai fatto male, non mi hai fatto male”.
Che strana la vita. Ti sorprende con una splendida gionata di sole, poi una nuvola passeggera a cui magari non ci fai nemmeno caso, si porta dietro un carico di acqua. E a te non resta che bagnarti la pelle sotto la pioggia, fissando in alto e chiedendo al cielo quanto lunga sarà l'attesa prima di un altro bacio del sole.
R come risposta non c'è...
Da quando lei lo aveva lasciato, non riusciva più a dormire come prima, quando ogni sera il pensiero di lei lo accompagnava ai bordi dei sogni. Non riusciva a smettere di pensare a lei, ma ora questo lo conduceva lontano, molto lontano dalla sensazione di pace e di serenità dove prima lo accoglieva per farlo addormentare. Passate le prime notti insonni e le domeniche pomeriggio a recuperare il riposo, si rese conto che non poteva continuare così. Provò a stancarsi lavorando ancora più duramente durante il giorno. Iniziò a correre tutte le sere rientrando a casa sempre più tardi. Acquistò libri e trascorse ore a letto leggendo... ma proprio non riusciva. Il corpo era stanco, fisicamente agognava per il riposo. Ma sempre, ogni notte, spenta la luce, appena chiudeva gli occhi vedeva il sorriso dolcissimo di lei. Il cuore si stringeva mentre i pensieri non avevano alcuna intenzione di lasciarla.
Perchè gli altri uomini, quando piantati, se la cavano semplicemente con una birra e una botta alla ex? Mentre lui proprio no: era troppo salutista per riempirsi lo stomaco di alcool e, fatto ancora più grave, non aveva una ex a cui rifilare la scena dell’uomo pentito da consolare.
Il cellulare non squillava più come prima. E non era perchè aveva cambiato suoneria, semplicemente lei non lo chiamava. Iniziò ad odiare il telefono. Per mesi era stato anello della catena che lo teneva unito a lei, ma ora non suonando sembrava si prendesse gioco di lui “che mi accendi a fare che tanto non ti chiama?” “Cosa controlli? Non ti caga nessuno, mettitelo in testa!”
Nemmeno gli inviava più sms. Solamente una volta, nella tarda mattinata di una domenica di sole, ricevette un suo sms. Forse voleva vederlo... magari per una chiacchierata... o forse chiedere come stava... forse a lei iniziava a mancargli... Le pensò tutte, con il cuore che batteva forte, mentre il cellulare caricava il messaggio. “Ciao Giovanna! Grazie x invito, ok x pizza stase casa mia alle...” BAM!
Al rivenditore di cellulari disse semplicemente che gli era caduto accidentalmente dalla scrivania. Il commesso non provò nemmeno a ricomporre tutti i pezzi. Buttò tutto nel cestino e si diresse verso la vetrina a prendere un modello simile.
Anche la mattina era un momento difficile. Ormai si svegliava molto prima che la sveglia suonasse, ma aspettava comunque il suo squillo per alzarsi. Così si ritagliava del tempo che dedicava alla preghiera. Come ogni pensiero, così anche ogni preghiera che rivolgeva al Signore era per lei. “So che ci sono popoli in guerra, bambini oppressi, governatori egoisti, genitori viziati e biscotti al burro... ma tu puoi tutto, quindi non tirare in ballo scuse se anche oggi te lo chiedo... Signore, ti prego, che io riesca a mettere da parte me stesso per comprende lei, che io riesca a starle vicino per come lei ne sente il bisogno e non per come vorrei io, che io riesca ad amarla come lei desidera. Perchè è questo che voglio dalla vita” “ah, dimenticavo, fa che il cane del vicino non mi scagazzi di nuovo di fronte al cancello, che poi non me ne accorgo e in ufficio non mi si fila nessuno”
Perchè gli altri uomini, quando piantati, se la cavano semplicemente con una birra e una botta alla ex? Mentre lui proprio no: era troppo salutista per riempirsi lo stomaco di alcool e, fatto ancora più grave, non aveva una ex a cui rifilare la scena dell’uomo pentito da consolare.
Il cellulare non squillava più come prima. E non era perchè aveva cambiato suoneria, semplicemente lei non lo chiamava. Iniziò ad odiare il telefono. Per mesi era stato anello della catena che lo teneva unito a lei, ma ora non suonando sembrava si prendesse gioco di lui “che mi accendi a fare che tanto non ti chiama?” “Cosa controlli? Non ti caga nessuno, mettitelo in testa!”
Nemmeno gli inviava più sms. Solamente una volta, nella tarda mattinata di una domenica di sole, ricevette un suo sms. Forse voleva vederlo... magari per una chiacchierata... o forse chiedere come stava... forse a lei iniziava a mancargli... Le pensò tutte, con il cuore che batteva forte, mentre il cellulare caricava il messaggio. “Ciao Giovanna! Grazie x invito, ok x pizza stase casa mia alle...” BAM!
Al rivenditore di cellulari disse semplicemente che gli era caduto accidentalmente dalla scrivania. Il commesso non provò nemmeno a ricomporre tutti i pezzi. Buttò tutto nel cestino e si diresse verso la vetrina a prendere un modello simile.
Anche la mattina era un momento difficile. Ormai si svegliava molto prima che la sveglia suonasse, ma aspettava comunque il suo squillo per alzarsi. Così si ritagliava del tempo che dedicava alla preghiera. Come ogni pensiero, così anche ogni preghiera che rivolgeva al Signore era per lei. “So che ci sono popoli in guerra, bambini oppressi, governatori egoisti, genitori viziati e biscotti al burro... ma tu puoi tutto, quindi non tirare in ballo scuse se anche oggi te lo chiedo... Signore, ti prego, che io riesca a mettere da parte me stesso per comprende lei, che io riesca a starle vicino per come lei ne sente il bisogno e non per come vorrei io, che io riesca ad amarla come lei desidera. Perchè è questo che voglio dalla vita” “ah, dimenticavo, fa che il cane del vicino non mi scagazzi di nuovo di fronte al cancello, che poi non me ne accorgo e in ufficio non mi si fila nessuno”
buona Pasqua di Risurrezione!!
Un caro saluto a tutti!
Vivere la Pasqua in una comunità per buona parte ancora da comprendere pesa sulla fragilità di cristiano e di uomo, ma allo stesso tempo può donare una nuova forza nuova per continuare il cammino.
L’accoglienza di Chikuni è stata ed è ogni giorno spontanea e sincera e non mi fa sentire più straniero ma fratello. I giorni sono sempre impegnativi portando con sè nuove sfide, ma la sfida maggiore è il rispondere a questa accoglienza con il migliore impegno di cui sono capace. Rispondere all’invito del povero a fermarsi e a stare insieme a lui per il tempo che Dio ci concede. Trovare nelle propria libertà di cristiano la capacità di amare con i sacrifici che comporta. Nella preghiera di ogni giorno chiedo la forza per poter continuare a spingere i miei passi lungo la strada, nonostante la polvere ed il vento e questo sole che sembra ti voglia bruciare.
La voglia di tornare a casa è sempre nel cuore, ma meravigliosamente proprio questa voglia mi tiene sveglio e pronto e attivo per potermi misurare al meglio, qui ed ora, perchè questo sacrificio possa portare frutto.
Predica finita.
Auguro a tutti noi che la Pasqua di Risurrezione possa trovarci con cuori capaci di accogliere la Gioia di sentirci amati e la Fede di amare l’altro. Alla fine del nostro cammino saremo giudicati per l’amore che abbiamo saputo regalare. Prego che questi giorni possano risvegliare quella Speranza seminata in ognuno di noi che ci fa follemente credere che Amare è l’unica cosa che conta.Buona Pasqua di Amore a tutti!
Gianpi
Vivere la Pasqua in una comunità per buona parte ancora da comprendere pesa sulla fragilità di cristiano e di uomo, ma allo stesso tempo può donare una nuova forza nuova per continuare il cammino.
L’accoglienza di Chikuni è stata ed è ogni giorno spontanea e sincera e non mi fa sentire più straniero ma fratello. I giorni sono sempre impegnativi portando con sè nuove sfide, ma la sfida maggiore è il rispondere a questa accoglienza con il migliore impegno di cui sono capace. Rispondere all’invito del povero a fermarsi e a stare insieme a lui per il tempo che Dio ci concede. Trovare nelle propria libertà di cristiano la capacità di amare con i sacrifici che comporta. Nella preghiera di ogni giorno chiedo la forza per poter continuare a spingere i miei passi lungo la strada, nonostante la polvere ed il vento e questo sole che sembra ti voglia bruciare.
La voglia di tornare a casa è sempre nel cuore, ma meravigliosamente proprio questa voglia mi tiene sveglio e pronto e attivo per potermi misurare al meglio, qui ed ora, perchè questo sacrificio possa portare frutto.
“We’ll fight, not out of spiteQuell’uomo che non ha voce è il Cristo schernito dai soldati, insultato dalla folla, abbandonato dai compagni. Quell’uomo senza voce è ora il povero schernito dal ricco, abbandonato alla sua malattia, carico delle ingiustizie. E sarà proprio il povero a mostrarci il volto del Cristo risorto.
for someone must stand up for what’s right
cause where there’s a man who has no voice
there we shall go singing”
Predica finita.
Auguro a tutti noi che la Pasqua di Risurrezione possa trovarci con cuori capaci di accogliere la Gioia di sentirci amati e la Fede di amare l’altro. Alla fine del nostro cammino saremo giudicati per l’amore che abbiamo saputo regalare. Prego che questi giorni possano risvegliare quella Speranza seminata in ognuno di noi che ci fa follemente credere che Amare è l’unica cosa che conta.Buona Pasqua di Amore a tutti!
Gianpi
O come Occhi
Si ricordò della prima volta in cui si incontrarono, alla festa di laurea di una carissima amica di lui, nonchè sorella di lei. Lui, come sempre noncurante della presenza femminile, esaminò attentamente tutte le presenti, selezionando quelle di età compresa tra i 25 e i 35. Di queste ne origliò le conversazioni per comprenderne lo stato civile ed eliminare quelle sposate, fidanzate o occupate. È una fase molto importante, richiede tempo ma ne fa anche risparmiare. Altrimenti si rischierebbe di provarci tutta sera con una per poi accompagnarla sul tardi all’appuntamento con il fidanzato. Solo lei passò le sue prove... e fu così che, come nelle migliori storie romantiche, il suo cuore fu da lei rapito.
Alla festa erano presenti anche i genitori di lei. L’obbiettivo era quindi duale: apparire serio e inquadrato agli occhi dei suoi genitori, ma allo stesso tempo allegro e fuori dagli schemi, con un accenno di buona stupidità, agli occhi di lei. La questione lo mise in difficoltà. Si ripromise di aggiungere “sola o accompagnata dai genitori” nella serie delle selezioni iniziali.
Le prime parole se le scambiarono al buffet. Ovviamente fu pura coincidenza se si trovarono entrambi nello stesso momento, uno accanto all’altro, allo stesso tavolo dei dolci. Lui si stupì della propria precisione nel calcolare ogni movimento e nel coordinarlo con quelli di lei. Troppo preciso. Infondo l’aver passato gli esami di Fisica I e di Fisica II ha i suoi vantaggi, commentò tra se.
Come suo solito, non programmò quello che avrebbe fatto e nemmeno quello che avrebbe detto di lì a poco. Lo fece e basta. Improvvisò. Dandole le spalle, prese velocemente un pò di panna e di cioccolato dalla farcitura della torta e con le dita se li spalmò abbondantemente intorno alla bocca. Così conciato si girò verso di lei. Lei si vide davanti questo tizio con metà del viso coperto di cibo e non ebbe molte parole. Attese pochi secondi e poi le disse, in tono forzatamente garbato: “Mi scusi signorina, non vorrei essere indiscreto, ma mi sento di farle notare che le è rimasta una briciola all’angolo delle labbra. Sa, certa gente lo potrebbe trovare fastidioso.” Quella volta ebbe successo. Gli capita, una volta ogni lustro.
Il resto della festa lo trascorsero parlado allegramente dei loro interessi, degli amici e della famiglia. Lui era davvero interessato ad ogni parola che lei pronunciava, aveva sete di lei e sentiva che mai le sue parole gli sarebbero bastate. La ascoltava e ancor più la voleva ascoltare. La guardava sentendo che i suoi occhi non si sarebbero mai stancati. Si chiese cos’è che iniziava a nascere in lui. Cos’era quella stretta al cuore che mai aveva provato? Decise che da quel giorno avrebbe smesso definitivamente con il fritto.
Quella sera non si salutarono nemmeno, né si scambiarono i numeri di telefono, una mail o uno straccio di indirizzo. Lui si dileguò dalla festa fingendo di andare in bagno quando dal buffet arrivò l’urlo del padre di lei “Chi è lo stronzo che con le dita si è già preso la farcitura della torta?? Era per le foto, cazzo!!”
Alla festa erano presenti anche i genitori di lei. L’obbiettivo era quindi duale: apparire serio e inquadrato agli occhi dei suoi genitori, ma allo stesso tempo allegro e fuori dagli schemi, con un accenno di buona stupidità, agli occhi di lei. La questione lo mise in difficoltà. Si ripromise di aggiungere “sola o accompagnata dai genitori” nella serie delle selezioni iniziali.
Le prime parole se le scambiarono al buffet. Ovviamente fu pura coincidenza se si trovarono entrambi nello stesso momento, uno accanto all’altro, allo stesso tavolo dei dolci. Lui si stupì della propria precisione nel calcolare ogni movimento e nel coordinarlo con quelli di lei. Troppo preciso. Infondo l’aver passato gli esami di Fisica I e di Fisica II ha i suoi vantaggi, commentò tra se.
Come suo solito, non programmò quello che avrebbe fatto e nemmeno quello che avrebbe detto di lì a poco. Lo fece e basta. Improvvisò. Dandole le spalle, prese velocemente un pò di panna e di cioccolato dalla farcitura della torta e con le dita se li spalmò abbondantemente intorno alla bocca. Così conciato si girò verso di lei. Lei si vide davanti questo tizio con metà del viso coperto di cibo e non ebbe molte parole. Attese pochi secondi e poi le disse, in tono forzatamente garbato: “Mi scusi signorina, non vorrei essere indiscreto, ma mi sento di farle notare che le è rimasta una briciola all’angolo delle labbra. Sa, certa gente lo potrebbe trovare fastidioso.” Quella volta ebbe successo. Gli capita, una volta ogni lustro.
Il resto della festa lo trascorsero parlado allegramente dei loro interessi, degli amici e della famiglia. Lui era davvero interessato ad ogni parola che lei pronunciava, aveva sete di lei e sentiva che mai le sue parole gli sarebbero bastate. La ascoltava e ancor più la voleva ascoltare. La guardava sentendo che i suoi occhi non si sarebbero mai stancati. Si chiese cos’è che iniziava a nascere in lui. Cos’era quella stretta al cuore che mai aveva provato? Decise che da quel giorno avrebbe smesso definitivamente con il fritto.
Quella sera non si salutarono nemmeno, né si scambiarono i numeri di telefono, una mail o uno straccio di indirizzo. Lui si dileguò dalla festa fingendo di andare in bagno quando dal buffet arrivò l’urlo del padre di lei “Chi è lo stronzo che con le dita si è già preso la farcitura della torta?? Era per le foto, cazzo!!”
la stanza
“Mettersi in gioco ascoltando il proprio battito, a cuore scoperto, senza costruirsi difese... è il primo passo per prendere il volo e poter toccare il cielo”
In genere l’operazione di riordino stanza non richiede alcun impegno degno di nota: a parte il letto e la scrivania, porto tutto fuori dalla stanza; pulisco e poi rimetto ogni cosa al suo posto: cioè la sedia vicino alla scrivania, il borsone che fa da guardaroba infondo al letto e i sandali impolverati vicino alla porta. Pulizia e riordino della scrivania richiedono invece un’attenzione particolare: i libri la fanno da padrone formando una specie di torre di avvistamento all’angolo del tavolo. Principalmente sono manuali di genere e romanzi, nonchè il preziosissimo garzantino inglese-italiano. Tra questi, però, dovrebbero esserci anche un best seller sulla storia africana, un manuale sulla relatività e un classico di sociologia... problema di multiple personalità? Forse, “Trova il tempo di leggere, è la base del sapere”
Poi qualche banconota, matite, ricevute e appunti annotati senza nessun ordine.Così capita che mi soffermo leggendo biglietti e chiedendomi cosa mai ci abbia scritto, o perchè io me stesso medesimo abbia scritto proprio quella frase, o perchè abbia tenuto quel biglietto fino ad oggi...ed inizio una sorta di dialogo con me stesso, il che è tutto dire.
A volte certe parole non riesco nemmeno a leggerle (forse dovrei iniziare a scrivere meglio!)
A volte certe parole le trovo anche inutili (forse dovrei iniziare a scrivere cose più intelligenti!)
E in genere finisce che per essere sbrigativo uso il biglietto come segnalibro. Ed è così che dal dizionario è sbucata questa frase, probabilmente era luglio scorso quando la scrissi.
“METTERSI IN GIOCO ASCOLTANDO IL PROPRIO BATTITO, A CUORE SCOPERTO, SENZA COSTRUIRSI DIFESE... CREDO SIA IL PRIMO PASSO PER PRENDERE IL VOLO E POTER TOCCARE IL CIELO”
“...PURTROPPO NON CI SONO PARACADUTI” aggiungerei. MA NE VALE LA PENA.
In genere l’operazione di riordino stanza non richiede alcun impegno degno di nota: a parte il letto e la scrivania, porto tutto fuori dalla stanza; pulisco e poi rimetto ogni cosa al suo posto: cioè la sedia vicino alla scrivania, il borsone che fa da guardaroba infondo al letto e i sandali impolverati vicino alla porta. Pulizia e riordino della scrivania richiedono invece un’attenzione particolare: i libri la fanno da padrone formando una specie di torre di avvistamento all’angolo del tavolo. Principalmente sono manuali di genere e romanzi, nonchè il preziosissimo garzantino inglese-italiano. Tra questi, però, dovrebbero esserci anche un best seller sulla storia africana, un manuale sulla relatività e un classico di sociologia... problema di multiple personalità? Forse, “Trova il tempo di leggere, è la base del sapere”
Poi qualche banconota, matite, ricevute e appunti annotati senza nessun ordine.Così capita che mi soffermo leggendo biglietti e chiedendomi cosa mai ci abbia scritto, o perchè io me stesso medesimo abbia scritto proprio quella frase, o perchè abbia tenuto quel biglietto fino ad oggi...ed inizio una sorta di dialogo con me stesso, il che è tutto dire.
A volte certe parole non riesco nemmeno a leggerle (forse dovrei iniziare a scrivere meglio!)
A volte certe parole le trovo anche inutili (forse dovrei iniziare a scrivere cose più intelligenti!)
E in genere finisce che per essere sbrigativo uso il biglietto come segnalibro. Ed è così che dal dizionario è sbucata questa frase, probabilmente era luglio scorso quando la scrissi.
“METTERSI IN GIOCO ASCOLTANDO IL PROPRIO BATTITO, A CUORE SCOPERTO, SENZA COSTRUIRSI DIFESE... CREDO SIA IL PRIMO PASSO PER PRENDERE IL VOLO E POTER TOCCARE IL CIELO”
“...PURTROPPO NON CI SONO PARACADUTI” aggiungerei. MA NE VALE LA PENA.
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