Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

una giornata davvero speciale

Nakuru

La luna illumina la campagna,
come volesse tenerle compagnia per la notte



La sera è una di quelle ventose che ultimamente accompagnano il finire delle mie giornate. L’aria che arriva forte e pesante dalle colline di Dundori sbatte violentemente contro le pareti della casa, come se volesse entrare anche senza permesso.
Ed io mi coccolo nella mia tiepida cameretta tra una calda tisana e della buona musica. Quale miglior momento per raccontare la mia giornata tutt’altro che calma come questo suo finale.

Sveglia mattutina alle quattro per poter andare di corsa al Boys Ranch, in tempo per permettere all’educatore di turno di uscire di buon mattino per una homevisit e di tornare in un orario decente.
Alle cinque arriva la sveglia anche per i ragazzi, e via che si parte con i lavori. Ad ognuno il suo compito: chi la pulizia della camera, chi quella della cucina, chi quella di accendere la stufa per preparare l’acqua calda per lavarsi. E chi si mette a lavare i piatti della cena, visto che non l’ha fatto la sera precedente per… diciamo che la mancanza di voglia ha incontrato la permissività dell’educatore.

Così tra lavoro e preghiera arrivano le otto e trenta.
Tutti pronti per la scuola informale? No, perché si è pulito tutto tranne che l’aula per le lezioni (che fa anche da sala da pranzo, da cappella per la preghiera e da risposta a qualsiasi bisogno).
Quindi spazzolata veloce al pavimento, riordino di tavoli e sedie ed ecco tutti e tutto al proprio posto. Tutti tranne uno dei ragazzi che, rendendosi conto che i pantaloni che aveva in dosso non erano neanche lontanamente puliti e che degli altri si poteva solo immaginare il colore, si è messo in fretta a pulirne un paio.

Una discussione lampo e a senso unico con il direttore misura la mia pazienza.
Pianifico le riparazioni necessarie con l’idraulico, la cui tempistica per arrivare dalla propria abitazione che sta dall’altra parte della strada supera inspiegabilmente l’ora e un quarto.
Così per incontrare il saldatore concludo che è meglio che passi io da lui, visto che, abitando appena più distante dell’idraulico, in proporzione potrebbe impiegare anche due ore per arrivare.

Rientro in ufficio giusto per sistemare due cose (una delle quali è un buon caffè), e decido che è ora di sistemare i tavoli delle ragazze.
Tra carteggiata e verniciatura arriva l’ora di pranzo, fortunatamente oggi vado in parrocchia: costa un quindici minuti di cammino sotto i raggi del sole schermati dalla polvere, ma ne vale la pena!

Il pomeriggio mi permette di lavorare ancora un tavolo prima che una telefonata mi avvisi che Keri , una delle ragazze del Calabrian Schelter, si è fatta male a scuola. Di corsa mi precipito al Boys Ranch per chiedere ad una delle nostre volontarie di accompagnarmi a scuola. Lei, con tutta calma, mi dice che Ramton (uno dei nostri ragazzi) è già andato a scuola a prendere Keri, visto che questa si è rotta una gamba.
Tutt’ora non capisco ancora la connessione tra il suo calmissimo tono di voce e il contenuto delle sue parole.
Keri piange (e con lei quasi pure Ramton, che si è accorto che il peso della ragazza non è decisamente inferiore dal suo). Inutile chiedere ai maestri come e quando sia successo. A turno portiamo in braccio Keri fino alla clinica.
La dottoressa, dopo aver finito di raccogliere la verdura nell’orto, visita Keri dando come responso medico un semplice stiramento, la prognosi è di un giorno con l’avvertenza che “Vediamo come sta domani, se non riesce ad appoggiare il piede, allora vuol dire che la cosa è più seria e bisogna farle i raggi”. Rincuorati dalla sua professionalità, torniamo al Calabrian Shelter appena prima che faccia buio. Keti non ha mai smesso di piangere.
Giro serale di controllo al Boys Ranch.
Arrivo poi finalmente a casa con la voglia di una doccia calda e di una cena veloce e leggera (che va molto in accordo con la mia spossatezza), prima però voglio salutare Keti. La trovo a letto con le altre ragazze che le fanno compagnia e fanno a gara per portarle acqua o qualsiasi altra cosa le serva. La più grande di loro mi chiede di leggerle il Vangelo.

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”
[Matteo 11, 28-30]

Che gioia ho provato nel leggerlo proprio oggi.
Quando la fatica del giorno ha invaso tutto il tuo corpo che hai il solo desiderio di un po’ di ristoro, ecco che il Vangelo ti arriva dentro e ti apre il cuore. Certe giornate questo giogo è veramente duro da portare, certe volte sembra proprio di non riuscire a fare un passo in più. Ma se abbiamo posto gli altri al centro del nostro fare, se sono i bisogni degli altri a pianificare la nostra giornata e il nostro lavoro, allora la stanchezza viene cancellata dalla gioia. E ci si addormenta chiedendo nella preghiera di ricevere un nuovo giorno per potersi spendere per gli altri. Per dare loro l’affetto che il Signore ci ha donato a piene mani.

La musica è finita senza che me ne accorgessi, e della tisana ne sono rimasti solamente un buon sapore in bocca e un leggero profumo nella stanza, che purtroppo non copre quello dei vestiti indossati oggi…

Buona notte.

(trattandosi di minori, i nomi citati in questo post sono stati volutamente cambiati)