Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Un forte abbraccio a tutti !!

Nakuru, 02 gennaio 2008
…ops 2009!!


Finalmente eccomi ad aggiornare il blog. È trascorso così tanto tempo dall’ultima volta che mi sono raccontato che a fatica mi sono ricordato la password (l’ho azzeccata dopo tre tentativi, niente male per la mia memoria).
Eccomi qua con una gran voglia di dare scritto ai miei pensieri, guardandomi alle spalle vedo così tante cose che ho veramente l’imbarazzo nello scegliere quali descrivere. Facciamo che diamo una veloce carrellata, un passaggio di penna leggero sulla carta per poter inquadrare la situazione, permettermi di capire cosa ho fatto negli ultimi mesi e cercare di definire cosa fare nei prossimi.
Inizio a scrivere con tanta voglia ma anche con un po’ di fatica. Sarà che ho mille pensieri per la testa e non riesco a concentrarmi, sarà che è molto che non scrivo e l’analfabetismo di ritorno sta avendo la meglio su di me, o sarà che sto diventando vecchio e sento ogni azione come un masso da spingere. Fate vobis, io finisco con queste elucubrazioni e provo a vedere dove mi ha condotto i mio cammino.

La prima settimana di settembre è stata una toccata e fuga a Nakuru. Arrivato dall’Uganda, ho avuto giusto il tempo per svuotare lo zaino alla missione e riprendere il viaggio fino a Nairobi. Da lì un fantastico volo della compagnia egiziana EgyptAir mi ha portato in Italia.
Per chi volesse un consiglio, va benissimo risparmiare sui voli soprattutto quando si paga di tasca propria, ma certo non mi sarei aspettato crepe della carenatura interna dell’aereo chiuse con nastro adesivo e la hostess che mi istruisce personalmente sull’apertura della porta di emergenza, visto che sono quello seduto più vicino allo sportello. Di mio ho chiesto alla russa che avevo accanto, che stava “controllando il fondo” del mignon, di svegliarmi in caso dovessi aprire la porta. Lei si è fatta una bella risata e ha continuato il suo lavoro di controllo.

Le vacanze in Italia sono state qualcosa di meraviglioso. Non avevo mai trascorso le vacanze a casa, ed è stupendo vivere la sensazione di avere tutto il tempo che si vuole per incontrare gli amici più cari, passare più tempo a casa, organizzare le proprie giornate con il solo desiderio di incontrare gli altri.
Peccato che, da che vacanza è vacanza, l’orologio gira più in fretta e ti ritrovi a rimandare il volo di rientro in Kenia per poter abbracciare gli amici (e soprattutto le amiche) che non hai ancora visto e inizi a incastrare gli appuntamenti per poter salutare tutti, e vorresti regalare loro più tempo, e vorresti dare loro più ascolto. Ma “tempo, comunque vadano le cose lui passa”, e sei nuovamente a preparare lo zaino, con la gran voglia di vivere le tue scelte che combatte con la sana paura che accompagna ogni partenza.

Ma dove sono finito ora???

Nakuru, quarta città del Kenia per popolazione e grandezza. Che detto così sembra una cosa in grande. In realtà è una cittadina con un centro commerciale e politico paragonabile alle nostra Seriate. Non sapete dove è Seriate?! Ecco, allora rendetevi conto della grandezza e dell’importanza di Nakuru.

Ho passato i primi due mesi della mia vita keniota nel costruirmi la casa. Il cantiere è stato una cosa indefinibile, mi ha fatto vivere una miscela di sensazioni a volte contrastanti seppur in linea tra loro. Lavorando insieme ai kenioti puoi comprendere quante potenzialità hanno, avverti la loro voglia di migliorarsi e ti senti pronto ad aiutarli… ma quando ti assenti dal cantiere e al ritorno ti ritrovi che ti hanno murano un rubinetto, fissato un interruttore esattamente dietro la porta e tagliato i travetti cosicché la veranda non sarà larga due metri ma solamente trenta centimetri, allora vorresti proprio…
Comunque ora la casa è pronta. Mi concedo un po’ di tempo per pulirla prima di scattare qualche foto.
Ovviamente ho dovuto occupare una zona del parco naturale di Nakuru e deviare il corso di un fiume, ma sono riuscito a trasferirmi prima di Natale ed ora eccomi qui nella mia stanzetta a scrivere questo mix di serietà e… beh, ad ognuno trovare la definizione appropriata.

A parte gli scherzi, che insieme allo sbattere delle finestre mi aiutano a stare sveglio, sono arrivato a Nakuru per aiutare i missionari “Poveri servi della Divina Provvidenza” nelle attività sociali che hanno iniziato poco più di due anni fa. Valutate le peggiori carenze dei servizi sociali locali e le maggiori esigenze per quanto riguarda la cura dei ragazzi, sono stati realizzati tre centri in risposta a tre diverse bisogni:
Drop-in Center: per un primo contatto con i ragazzi di strada e la valutazione della situazione di ciascuno.
Boys Ranch: due case-famiglia per il recupero dei ragazzi di strada.
Calabrian Shelter: per l’accoglienza temporanea di ragazze vittime di violenza e abuso sessuale.

Ovviamente vi racconterò meglio. Intanto, avendo superato i limiti di età per essere recuperato nel Boys Ranch, sono stato accettato come amministratore-contabile-educatore-animatore-magazziniere-guardiano-falegname…