Grazie...

... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"

Il Blog: prima dell’utilizzo leggere il foglio illustrativo

Vi vorrei raccontare molto, molto di quanto provato in queste ultime settimane svolgendo le attività del progetto. Facilmente però devierei in critiche e giudizi e ritengo non sia né bene né lecito pubblicarli tra queste pagine.
Eccomi quindi alle prese con le prime difficoltà di avere un blog. Se lo si considera solamente a livello tecnico, ovvero come una tra le tante possibilità di comunicazione, il blog è un ottimo canale poiché permette di raggiungere chiunque ti conosca e abbia un accesso a internet. Dal momento che
sono convinto che la ricchezza di un uomo stia nei suoi rapporti interpersonali, e che questi siano strettamente legati alla comunicazione (una comunicazione aperta, libera e sincera è base per un rapporto forte e ricco con un'altra persona), allora ben venga il blog come ulteriore canale per raccontarsi e per ricevere commenti permettendo così anche una comunicazione a doppio senso.
Certe volte, nel disegnare le mie emozioni con le parole e nello scrivere queste, mi immagino di confidarmi con uno dei miei amici in Italia continuando così a cucire la tela che ci unisce. Bene rendono l’idea queste parole di Georges Bernanos:

“Mentre scarabocchio sotto la lampada queste pagine che nessuno leggerà mai, ho il senso di una presenza invisibile che non è certamente quella di Dio, ma piuttosto quella d’un amico fatto a mia immagine, benché distinto da me, d’un’altra essenza… Ieri sera, questa presenza m’è venuta di colpo così visibile che mi sono sorpreso a curvar la testa verso non so quale ascoltatore immaginario, con una subitanea voglia di piangere, che mi ha fatto vergogna.”

Ma allo stesso tempo il blog è un dialogo aperto a tutti e questo non mi permette di comunicare intime riflessioni o (eventuali) critiche nei confronti dell’organismo e del progetto. Sono limiti che non avevo ben chiari all’inizio, anzi non immaginavo neanche ci fossero. Inizialmente, rapito dalla voglia di raccontarmi agli amici perché il nostro rapporto non cedesse alla distanza, sfogavo nel blog ogni pensiero e con ogni parola mi venisse in mente.
Certo continuo e continuerò a riempire pagine bianche con parole senza scelta e senza giudizio ma dirette dal cuore e dalla ragione. Ma ora il buon senso mi invita ad operare una certa censura del mio comunicare. Quindi …

“ …butterò le mie cartacce in fondo a un cassetto e le rileggerò un po’ più avanti, con la testa riposata.”

Questo mese il filtro critico ha fermato molto e mi resta poco da consegnarvi. Rimane per voi solo qualche breve riflessione.