Da quando lei lo aveva lasciato, non riusciva più a dormire come prima, quando ogni sera il pensiero di lei lo accompagnava ai bordi dei sogni. Non riusciva a smettere di pensare a lei, ma ora questo lo conduceva lontano, molto lontano dalla sensazione di pace e di serenità dove prima lo accoglieva per farlo addormentare. Passate le prime notti insonni e le domeniche pomeriggio a recuperare il riposo, si rese conto che non poteva continuare così. Provò a stancarsi lavorando ancora più duramente durante il giorno. Iniziò a correre tutte le sere rientrando a casa sempre più tardi. Acquistò libri e trascorse ore a letto leggendo... ma proprio non riusciva. Il corpo era stanco, fisicamente agognava per il riposo. Ma sempre, ogni notte, spenta la luce, appena chiudeva gli occhi vedeva il sorriso dolcissimo di lei. Il cuore si stringeva mentre i pensieri non avevano alcuna intenzione di lasciarla.
Perchè gli altri uomini, quando piantati, se la cavano semplicemente con una birra e una botta alla ex? Mentre lui proprio no: era troppo salutista per riempirsi lo stomaco di alcool e, fatto ancora più grave, non aveva una ex a cui rifilare la scena dell’uomo pentito da consolare.
Il cellulare non squillava più come prima. E non era perchè aveva cambiato suoneria, semplicemente lei non lo chiamava. Iniziò ad odiare il telefono. Per mesi era stato anello della catena che lo teneva unito a lei, ma ora non suonando sembrava si prendesse gioco di lui “che mi accendi a fare che tanto non ti chiama?” “Cosa controlli? Non ti caga nessuno, mettitelo in testa!”
Nemmeno gli inviava più sms. Solamente una volta, nella tarda mattinata di una domenica di sole, ricevette un suo sms. Forse voleva vederlo... magari per una chiacchierata... o forse chiedere come stava... forse a lei iniziava a mancargli... Le pensò tutte, con il cuore che batteva forte, mentre il cellulare caricava il messaggio. “Ciao Giovanna! Grazie x invito, ok x pizza stase casa mia alle...” BAM!
Al rivenditore di cellulari disse semplicemente che gli era caduto accidentalmente dalla scrivania. Il commesso non provò nemmeno a ricomporre tutti i pezzi. Buttò tutto nel cestino e si diresse verso la vetrina a prendere un modello simile.
Anche la mattina era un momento difficile. Ormai si svegliava molto prima che la sveglia suonasse, ma aspettava comunque il suo squillo per alzarsi. Così si ritagliava del tempo che dedicava alla preghiera. Come ogni pensiero, così anche ogni preghiera che rivolgeva al Signore era per lei. “So che ci sono popoli in guerra, bambini oppressi, governatori egoisti, genitori viziati e biscotti al burro... ma tu puoi tutto, quindi non tirare in ballo scuse se anche oggi te lo chiedo... Signore, ti prego, che io riesca a mettere da parte me stesso per comprende lei, che io riesca a starle vicino per come lei ne sente il bisogno e non per come vorrei io, che io riesca ad amarla come lei desidera. Perchè è questo che voglio dalla vita” “ah, dimenticavo, fa che il cane del vicino non mi scagazzi di nuovo di fronte al cancello, che poi non me ne accorgo e in ufficio non mi si fila nessuno”
Grazie...
... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"