Grazie...
... a quelli che partono con la voglia di stare, a quelli che vivono il Vangelo prima di predicarlo,
a quelli che non smetteranno mai di sognare, a quelli che l'Amore è solo con la maiuscola,
a quelli che si accettano come sono, a quelli che piangono ad ogni partenza,
a quelli che Africa e Gioia si confondono ogni giorno, a quelli che vivono di emozioni,
a quelli che non smettono di camminare, a quelli che non si abbandonano mai,
a quelli che pregano, a quelli che sul piedistallo non ci vogliono stare, a quelli che Dio non è morto,
a quelli che si vive anche senza moda, a quelli che pensano con il cuore,
a quelli che non scelgono per comodità, a quelli che soffrono e poi ti guardano negli occhi più ricchi di prima,
...e anche a quelli che "Gianpi ci hai rotto con questi ringraziamenti"
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latte di capra
Tratto da http://www.alimentipedia.it/latte-di-capra.html
Il latte di capra è un'ottima alternativa al latte di vacca e alle bevande simili (quali quelle vegetali di soia, riso e mandorla). Soddisfa in ogni individuo i bisogni nutrizionali specifici per età, stile di vita, attività fisica e stato di salute. Il latte di capra è ben tollerato e si distingue per l'alta digeribilità dei grassi, per il contributo in calcio e fosforo ottimale per la mineralizzazione ossea, e la ricchezza in vitamine. Il latte di capra, dopo quello di asina, è quello più simile al latte materno, per questo ideale per i bambini. È un latte da scoprire e apprezzarne le qualità. Il latte di capra ha un gusto piuttosto forte, e varia notevolmente a seconda delle razze delle capre.
Localmente l’allevamento di capre presenta meno difficoltà rispetto a quello dei bovini. Basti pensare che il prezzo di acquisto e i costi di mantenimento delle capre sono mediamente 10 volte inferiori rispetto a quelli delle mucche.
Stiamo implementando un programma per migliorare qualitativamente l’allevamento di capre da parte degli small scale farmers, per fare in modo che possano aumentare il guadagno generato da questa attività. Ogni attività che sviluppiamo è in linea ai principi di permacultura, di agricoltura e di allevamento ecosostenibili.
Muscovy duck...perfect for the small farmer
They say “Muscovy ducks is perfect for the small farmer at the tropics”.
They say "For really efficient meat production in the tropics, we should be looking at Muscovy ducks" (ECHO, Educational Concerns for Hunger Organization).
They say “Muscovy ducks are cheap and troublefree. Start with a drake and three ducks”.
So I did…
…and it’s true!
Last May I got my drake and two Muscovy hens from a farmer in Choompa village, and from 3 the number reached 16!! It is amazing!! In the backyard there are now the drake, the two ducks plus 7 ducklings six weeks old and 6 ducklings one week old. And the first hen that hatched six weeks ago, last Saturday it has just started to incubate another branch of eggs.
I can see that the females of this duck species are very good brooders and protective mothers. They have been always friendly to me, coming near me to pick the greens from my hands. But once their eggs hatched, no way to go near the ducklings.
I feed them with pounded maize and sunflower cake (that I buy locally from the small scale farmers) and thin chopped green lettuce from my garden. They simply love it.
But once duckling hatched, I’ve seen wild animals around. Actually TOO MUCH around my backyard. There are big birds, and there are some little animals locally named “tusilili”, similar to a squiller, they are as nice as hungry. And the neighbors warn me that, especially during the night, wild cats are around. He just lost three hens.
So I can say “Muscovy ducks is perfect for the small farmer here in Zambia, but feed them and protect them carefully”.
Next… let’s try with goose!
Mwabuka?
Primi passi per le strade di Chikuni, e l’ambiente inizia ad acquistare un’aria familiare, mentre la polvere non dà quasi più fastidio. Quasi. Ora, per andare da casa all’Home Base Care o in parrocchia, posso tranquillamente seguire la scorciatoia che taglia per pascoli e orti, ormai conosco la via e non devo più prestare attenzione o preoccuparmi di individuare l’albero o il particolare cespuglio (cacchio!! sembrano tutti uguali!!) a cui dovrei svoltare a destra piuttosto che a sinistra. Fortunatamente in Africa non c’è l’ANAS con la sua pulizia delle aree verdi ai bordi delle strade…mi perderei ogni giorno.
Intendiamoci, non è che si tratti di chissà quale camminata ed il rischio di perdersi può al massimo comportare il seguire un percorso più lungo… ma, vi prego di credermi, quando camminate sotto il sole delle 2 pm, vi augurate ogni cosa purchè di non sbagliare sentiero e aggiungere altri quindici minuti a quello che sembra, già di suo, una fatica interminabile.
La parte del sentiero che preferisco è quella che percorre la cresta del terrapieno che fa da diga al bacino di Chikuni. Ascolto l’acqua che si lascia muovere dal vento, spinta verso il canneto a riva che ne nasconde la meta finale, quasi si offrisse come ultimo e sicuro nascondiglio. Questo discreto incontro tra terra e acqua mi dà una sensazione di calma. Chissà, magari una di queste sere mi ci faccio un tuffo!! Infondo è per la maggior parte acqua, no? …anche se ogni tanto trovi mucche che si spingono fino a immergersi buona parte delle zampe (e si sa che l’acqua fredda stimola la diuresi) …anche se il fondale è decisamente melmoso …anche se il colore dell’acqua non è cristallino …anche se la schiuma a riva non ha un colore molto naturale …chissà, magari una di queste sere, quando mi viene in mente di farci un tuffo, vedo di farmi passare l’idea.
Quindi ora, quando alla mattina mi chiedono “Mwabuka?” (come va?), posso davvero rispondere portando la mano sul cuore “Gabot” (bene).
E visto che è bene ricordare (e ricordarmi) che non sono qui in vacanza, concetto molto radicato specialmente in quelli che mi conoscono meglio, parliamo ora del corso di informatica “Chikuni Lab”, che possiamo anche abbreviare in CL …no, ci-elle non mi suona poi così bene… facciamo che ce lo teniamo per intero “Chikuni Lab”. Possiamo dire che questi giorni sono stati utili per poter ultimare l’allestimento del locale che verrà utilizzato come aula, per raccogliere e scremare le adesioni al corso e per preparare le lezioni. Si tratta di un corso base, ma molto base, sull’uso di un personal computer. L’idea di fondo è di far passare quelle due/tre nozioni fondamentali per poter scrivere un documento, preparare una tabella o costruire un grafico senza danneggiare il PC e senza dovere chissà perchè riformattare il disco fisso alla fine di ogni settimana. Le competenze ci sono (mi riferisco agli studenti ovviamente). La voglia e l’entusiasmo non mancano (e in questo mi ci metto dentro anche io). Da verificare la pazienza… sarà abbastanza?
Ogni giorno ne chiedo sempre un pò durante la Messa della sera, sapendo che Lui sa quello di cui ciascuno di noi ha bisogno. Per me, non coincide con quello che voglio al momento… ma, chissà come, lo capisco solo dopo.
Un abbraccio
Intendiamoci, non è che si tratti di chissà quale camminata ed il rischio di perdersi può al massimo comportare il seguire un percorso più lungo… ma, vi prego di credermi, quando camminate sotto il sole delle 2 pm, vi augurate ogni cosa purchè di non sbagliare sentiero e aggiungere altri quindici minuti a quello che sembra, già di suo, una fatica interminabile.
La parte del sentiero che preferisco è quella che percorre la cresta del terrapieno che fa da diga al bacino di Chikuni. Ascolto l’acqua che si lascia muovere dal vento, spinta verso il canneto a riva che ne nasconde la meta finale, quasi si offrisse come ultimo e sicuro nascondiglio. Questo discreto incontro tra terra e acqua mi dà una sensazione di calma. Chissà, magari una di queste sere mi ci faccio un tuffo!! Infondo è per la maggior parte acqua, no? …anche se ogni tanto trovi mucche che si spingono fino a immergersi buona parte delle zampe (e si sa che l’acqua fredda stimola la diuresi) …anche se il fondale è decisamente melmoso …anche se il colore dell’acqua non è cristallino …anche se la schiuma a riva non ha un colore molto naturale …chissà, magari una di queste sere, quando mi viene in mente di farci un tuffo, vedo di farmi passare l’idea.
Quindi ora, quando alla mattina mi chiedono “Mwabuka?” (come va?), posso davvero rispondere portando la mano sul cuore “Gabot” (bene).
E visto che è bene ricordare (e ricordarmi) che non sono qui in vacanza, concetto molto radicato specialmente in quelli che mi conoscono meglio, parliamo ora del corso di informatica “Chikuni Lab”, che possiamo anche abbreviare in CL …no, ci-elle non mi suona poi così bene… facciamo che ce lo teniamo per intero “Chikuni Lab”. Possiamo dire che questi giorni sono stati utili per poter ultimare l’allestimento del locale che verrà utilizzato come aula, per raccogliere e scremare le adesioni al corso e per preparare le lezioni. Si tratta di un corso base, ma molto base, sull’uso di un personal computer. L’idea di fondo è di far passare quelle due/tre nozioni fondamentali per poter scrivere un documento, preparare una tabella o costruire un grafico senza danneggiare il PC e senza dovere chissà perchè riformattare il disco fisso alla fine di ogni settimana. Le competenze ci sono (mi riferisco agli studenti ovviamente). La voglia e l’entusiasmo non mancano (e in questo mi ci metto dentro anche io). Da verificare la pazienza… sarà abbastanza?
Ogni giorno ne chiedo sempre un pò durante la Messa della sera, sapendo che Lui sa quello di cui ciascuno di noi ha bisogno. Per me, non coincide con quello che voglio al momento… ma, chissà come, lo capisco solo dopo.
Un abbraccio
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